La pittura murale, esistente nelle sue forme più elementari sin dall'età
preistorica, trovò nell'affresco, in epoche più recenti, la tecnica che
garantiva la massima resistenza al tempo e agli agenti atmosferici. Il
procedimento della pittura a fresco sfrutta la reazione chimica denominata
carbonatazione della calce, in base alla quale la calce presente nell'intonaco
bagnato e l'anidride carbonica presente nell'aria, combinandosi insieme, formano
una superficie compatta. La parete destinata all'affresco deve essere costituita
di pietre o di mattoni, priva di umidità e dotata di una superficie
sufficientemente ruvida da permettere la stesura dell'"arriccio", strato
composto da una parte di calce grassa spenta e due parti di sabbia di fiume.
Sull'arriccio, appositamente inumidito, si applica lo strato di intonaco
destinato a ricevere il colore, denominato "tonachino", composto di sabbia fine,
polvere di marmo e calce. I colori utilizzati nell'affresco, costituiti da
pigmenti terrosi macinati con acqua, vengono stesi sul muro ancora umido, in
modo da restare inglobati nel processo di carbonatazione della calce.
La tecnica dell'affresco ha subito rilevanti modifiche nel corso dei secoli. Se
già nell'antica Grecia se ne conosceva probabilmente il procedimento, esso fu
certamente applicato nelle opere realizzate a Pompei. Dall'epoca paleocristiana
all'alto Medioevo, l'esecuzione dell'affresco è stata legata al sistema detto
delle "pontate", che prevedeva la lavorazione per livelli successivi della
fascia di muro antistante i ponti delle impalcature. A questo procedimento andò
sostituendosi, nell'arte italiana di fine Duecento, l'usanza di lavorare "per
giornate", stendendo cioè il tonachino solo sulla porzione di muro che si
intendeva dipingere durante la giornata. L'utilizzo del sistema delle "giornate"
è essenzialmente legato al nome di Giotto, che inaugurò il nuovo metodo nella
grande navata della Basilica Superiore di Assisi. Nello stesso periodo, si
diffuse la tecnica delle "sinopie", disegni preparatori color ocra rosso
realizzati sopra il disegno a carboncino precedentemente tracciato sullo strato
di arriccio. Le più antiche e complete notizie sulla tradizione della pittura a
fresco legata a quest'epoca ci sono offerte dal Libro dell'arte di Cennino
Cennini (circa 1390). L'utilizzo delle sinopie sopravvisse fino al XV secolo,
quando fu sostituito dal sistema dello "spolvero". In questo procedimento il
disegno preparatorio veniva realizzato su carta della grandezza dell'affresco da
eseguire, che veniva perforata con punte di metallo che ne seguivano i contorni;
applicata poi la carta sull'intonaco, vi si passava sopra un sacchetto di
polvere di carbone che, penetrando attraverso i piccoli fori della carta,
riproduceva i tratti del disegno sulla superficie del muro.
A partire dall'inizio del Cinquecento, la carta utilizzata per il disegno
preparatorio venne sostituita dal "cartone", che permetteva di fissare
sull'intonaco i contorni della composizione evitando il procedimento dello
spolvero. Poggiato il cartone sull'intonaco umido, con uno strumento a punta si
esercitava una lieve pressione sui contorni del disegno che vi era rappresentato,
in modo da lasciarne una traccia sulla parete sottostante. All'artista spettava
quasi esclusivamente il compito di realizzare il disegno preparatorio, mentre
l'esecuzione a fresco era lasciata alla mano degli aiuti. Altra tecnica di
pittura murale è quella denominata "fresco secco" o "secco", che consiste
nell'intervenire sulla parete asciutta con colori a calce o a tempera. Questo
sistema, già presente nella cultura bizantina e romanica, è prevalentemente
usato per completare e perfezionare le pitture a fresco. A differenza di queste
ultime, che rimangono saldamente consolidate con il corpo della parete, i
ritocchi a secco si caratterizzano per la loro estrema fragilità. La tecnica di
pittura a olio su muro, di cui ci informa Giorgio Vasari, trovò scarsa
diffusione e fu sporadicamente sperimentata per raggiungere effetti di sfumato
difficilmente ottenibili attraverso la tecnica tradizionale dell'affresco.