Arte

Capacità di agire e produrre, sulla base di un complesso di regole conoscitive e tecniche, utilizzando facoltà inventive, espressive e rielaborative. Fin dalla preistoria, l'uomo ha inventato diverse tecniche per realizzare oggetti il cui valore non fosse solo quello dell'utilità. Ornamenti di osso, immagini magiche, statuine rituali furono le prime forme d'a., mentre suoni e parole venivano elaborati non solo per comunicare, ma per procurare piacere all'udito e all'immaginazione. Nel tempo, l'a. ha avuto per scopo quello di esprimere emozioni, abbellire ambienti, rendere visibili miti e divinità, celebrare avvenimenti, mantenere la memoria di fatti e persone, inventare mondi di finzione, aprire nuove visioni del mondo.


L'arte e le arti

La chiesa di Orsanmichele a Firenze è decorata da statue imponenti, disposte dentro nicchie scavate nei muri dell'edificio. Le statue rappresentano i santi protettori dei mestieri esercitati nella città nel Medioevo. Furono proprio gli artigiani e i professionisti del tempo a ordinare quelle statue a scultori famosi come Donatello, L. Ghiberti, Nanni di Banco (1384 ca.-1421). Ogni nicchia della chiesa di Orsanmichele, con le sue belle statue, la dobbiamo a un gruppo di artigiani, riuniti in una corporazione, cioè un'associazione professionale. E ogni corporazione prende il nome di a.: l'a. della lana, l'a. dei maestri di pietra e legname, l'a. dei corazzai, e così via. Nell'Italia del Medioevo e del Rinascimento, la parola a. è usata per indicare un'attività precisa, con le sue regole e le sue tecniche. Ancora oggi, in questo senso, si sente parlare per es. di a. medica, a. della cucina, a. marziali.

Arti liberali e arti meccaniche

Un'altra distinzione, che risale al mondo antico, è quella fra a. liberali e a. meccaniche. Nelle a. liberali rientrano discipline come la grammatica, la logica, l'aritmetica, l'astronomia, la musica. In quelle meccaniche, si trovano la pittura, la scultura, l'architettura e le attività legate a un'esecuzione manuale. Furono necessari secoli e l'impegno di personalità geniali come Leonardo da Vinci perché il mestiere dell'artista guadagnasse considerazione e venisse stimato come quello dello scienziato e del letterato. Nel Rinascimento furono fondate le prime accademie per lo studio del disegno e della pittura e si affermarono nuove figure professionali: insegnanti, professori, critici, teorici d'arte. Si discuteva animatamente sui significati delle opere, su ciò che esse dovessero esprimere (contenuti religiosi, filosofici, letterari, politici) e sul loro stile. L'a. deve infatti esprimere, insieme al soggetto, anche un'idea della bellezza, seguire canoni che cambiano di periodo in periodo come le mode.



Dalle belle arti alle arti visive


Nel Seicento cominciò a diffondersi il termine belle a. (dal francese beaux arts) per indicare tutte quelle attività che hanno a che fare con il bello. Agli aspetti tecnici e materiali dell'a. si affiancò, nel corso del tempo, un aspetto intellettuale, addirittura filosofico. Nel Settecento, il secolo dell'Illuminismo, fu proprio la filosofia a occuparsi dell'a. attraverso l'estetica, che studia l'a. come un fenomeno che colpisce i sensi dell'essere umano e attiva nell'individuo un giudizio critico. Il pubblico dell'a. iniziò ad allargarsi: non era fatto più solo da gruppi ricchi e selezionati, ma da strati più vasti della popolazione. L'a. diventava così un'esperienza importante per la formazione delle persone e per l'insieme della società; nasceva inoltre la disciplina della storia dell'a., che studia gli stili artistici susseguitisi dall'antichità fino a oggi. Negli ultimi due secoli sono stati fondati numerosi musei pubblici e gallerie private; sono stati aperti nuovi tipi di accademie e di scuole d'a.; si è messo a punto il meccanismo delle mostre; si è imposto il mercato dell'a., sono nate riviste specializzate. Intanto lo stile e la forma delle opere sono cambiati senza sosta. Il vecchio termine belle a. è stato sostituito da a. figurative e poi da a. visive, con riferimento a tutti i prodotti artistici fruibili attraverso la percezione visiva.

Arte - approfondimento

In epoca moderna, per indicare il disegno, la pittura, la scultura e le loro evoluzioni, si è usato il termine belle arti (che ancora designa le accademie), poi affiancato da arti figurative, per distinguere tali attività dalle arti letterarie e musicali, e successivamente da arti visive, perché i loro prodotti sono percepiti prevalentemente con il senso della vista. Soprattutto a partire dal 20° sec., tuttavia, gli artisti hanno spesso sconfinato da un campo all'altro: i pittori collaborano con musicisti e lavorano con macchine fotografiche, cineprese e nuove tecnologie; di conseguenza l'arte nel mondo contemporaneo tende a presentarsi come un'attività multidisciplinare, legata allo sviluppo delle tecniche e nello stesso tempo svincolata dalla dipendenza da un sapere tecnico tramandato.

Tecnica e talento

È proprio nell'ambito della tecnica che l'arte (in greco tèchne) trova la sua origine per gran parte delle culture del mondo. Parlando di arte si intendono quelle attività - e i loro risultati materiali e immateriali - che richiedono una precisa tecnica di esecuzione, tramandata di generazione in generazione, insegnata in botteghe e accademie, ma anche, a volte, acquisita in maniera autonoma e spesso innovativa rispetto al canone tramandato. Il prodotto di queste attività può essere un oggetto destinato all'uso privato o a cerimonie pubbliche, a occasioni speciali o quotidiane, al godimento personale o alla fruizione pubblica.
Ragionando sul piano della tecnica, ciò che distingue un oggetto ben fatto da un'opera d'arte, un artigiano esperto da un artista, è il talento. Il talento è una disposizione naturale verso un tipo di espressione; è un insieme di capacità che, adeguatamente esercitate, possono portare alla produzione di capolavori in vari campi. Soprattutto se il talento è unito alla vocazione, cioè alla spinta, che certi individui sentono, di dedicarsi completamente a un'impresa espressiva.
Dunque si può dire che la parola arte denota le attività e le opere che richiedono una speciale competenza nell'esecuzione, ravvivata dall'interpretazione personale di un autore. Grazie alla creatività e all'inventiva dell'artista, l'opera o l'azione realizzata acquista un valore proprio, indipendente, che viene sentito come bello, piacevole, evocativo, sorprendente, provocatorio.
In alcuni periodi, si è apprezzata molto la fedeltà a tipi e tecniche tradizionali; si è cercato di definire con precisione la bellezza e la qualità di un'opera d'arte, e gli artisti erano tenuti ad attenersi a tali principi, imitando i modelli selezionati dalla tradizione. In altri momenti, per es. nell'Ottocento, durante il romanticismo, il genio dell'artista è stato considerato invece più importante della tradizione, delle regole e dell'idea di bellezza. Da allora, un'opera può essere brutta, ma espressiva, può essere fatta di materiali di scarto e avere comunque un forte impatto, aprire nuovi orizzonti sul piano del significato e della forma.

Arte, storia e società

È per questo motivo che si annoverano sotto lo stesso nome di arte: i capolavori della scultura classica e un assemblaggio di ferri arrugginiti; un quadro come la Nascita di Venere (1485 ca.) di S. Botticelli, che in ogni figura nasconde simboli e significati eruditi e il Quadrato bianco su fondo bianco (1918) del pittore russo K.S. Malevič; un concerto dove si ascolta il silenzio della sala, o una ruota di bicicletta (1913) firmata da un artista come M. Duchamp.
Insomma, i confini materiali e concettuali del termine arte si modificano nel corso del tempo e nelle varie culture. Ciò che sembra rimanere costante è la capacità di un'opera di attirare uno spettatore, di sottrarlo all'abitudine, alla percezione disattenta e ripetitiva della vita quotidiana. Un'opera davvero efficace, da qualunque tempo e cultura provenga, e per qualunque scopo sia stata realizzata, apre l'ingresso a un altro mondo, dove i linguaggi e le materie comuni sono usati in modo pregnante e sorprendente.
La committenza e il mercato hanno determinato, nelle culture occidentali, molti aspetti dell'arte, compreso il ruolo e la considerazione sociale degli artisti. Nel corso degli ultimi tre secoli, la cerchia ristretta di committenti aristocratici e religiosi si è allargata alla borghesia e il pubblico dell'arte ha coinvolto strati sempre più vasti di popolazione. L'arte è diventata un'esperienza importante per la formazione individuale, per il riconoscimento dello status sociale, per la valutazione del livello di civiltà di una nazione, misurato anche in termini di tutela e di valorizzazione della sua eredità artistica.
A partire dalla seconda metà del Novecento, la comunicazione di massa ha coinvolto massicciamente anche i fenomeni artistici, producendo fenomeni come la pop art (popular art) e innescando riflessioni sulla funzione dell'arte stessa nella società contemporanea, sulla sua vitalità o decadenza, sulla sua fisionomia attuale.
Da allora, l'arte si trova a interagire sempre più con le regole dello spettacolo, dell'informazione, della moda e della promozione pubblicitaria. Mostre, restauri di monumenti, campagne di scavo archeologico, nuove tendenze artistiche sono chiamati eventi d'arte e promossi sul mercato con le stesse modalità di altri prodotti commerciali.
I fenomeni dell'arte, oltre agli autori stessi, impegnano diverse figure intellettuali: i conoscitori degli stili che individuano l'autografia delle opere antiche; i critici d'arte e i galleristi-curatori, che promuovono gli artisti contemporanei; gli storici dell'arte che indagano su documenti e interpretazioni; i restauratori, che lavorano per la conservazione delle opere; gli studiosi di estetica, che affrontano aspetti teoretici, e recentemente gli psicologi e i neurologi che analizzano l'arte per far luce sui complessi processi cerebrali che regolano la percezione e la creatività.