Trasferitosi con la famiglia a
Le Havre, verso il 1845, frequenta il collegio di La Meilleraye;
giovanissimo, tra il 1856 e il 1858, acquisisce una
discreta reputazione come caricaturista. Verso il 1858,
incontra Eugène Boudin che, riconoscendone il talento,
lo incoraggia allo studio del paesaggio dal vero, all’aperto,
secondo la tradizione olandese; lo stesso M, nei suoi
ricordi, sottolinea il ruolo decisivo che questi insegnamenti
ebbero su di lui. Nonostante il rifiuto della
municipalità di Le Havre di concedergli una borsa di studio,
M si reca a Parigi nel 1859, dove riporta una forte
impressione dai paesaggi di Daubigny e di Corot esposti
al salon. Nella capitale entra in contatto con Amand Gautier,
artista di ispirazione realista, e Constant Troyon, affermato
animalista, ma di cui egli apprezza soprattutto le
capacità paesaggistiche.
Lo stesso Troyon insiste perché
egli si iscriva all’atelier di Couture, ma M opta invece
per l’Académie Suisse, atelier libero, dove incontra Pissarro.
Contemporaneamente frequenta la Brasserie des
Martyrs, ritrovo di artisti e intellettuali.
Il soggiorno parigino
viene interrotto nel 1861, quando M è costretto a
partire per l’Algeria per assolvere agli obblighi militari;
problemi di salute ne impongono il rimpatrio alla fine del
1862. Ritornato a Le Havre, M stringe amicizia con l’olandese
Jongkind, la cui cultura artistica segna in maniera
determinante la sua formazione. Superati alcuni contrasti
con la famiglia, ottiene il consenso a ritornare a Parigi,
dove entra nell’atelier di Gleyre, e vi incontra J. F.
Bazille, P. A. Renok e A. Sisley. In compagnia di Bazille
soggiorna nel 1863 a Chailly-en-Bière, località della foresta
di Fontainebleau, dove esegue paesaggi prossimi alla
tradizione di Barbizon e di Daubigny.
In un nuovo
soggiorno a Chailly, nel 1865, conosce Gustave Courbet,
che poco dopo si trasferisce a Trouville, dove vive Daubigny;
M affascinato dalle opere courbettiane ne studia
con passione la tecnica. L’influenza di Courbet si intreccia
con quella di Manet, che proprio in quegli anni aveva
posto con evidenza il problema della rappresentazione
di figure en plein air con il suo Le déjeuner sur l’herbe
(1863), opera che aveva avuto ampia risonanza nella cerchia
frequentata da M. Tale preoccupazione si riflette nel
dipinto omonimo (1865: Parigi, coll. priv. e mo), esplicito
omaggio al soggetto manettiano, di cui M tenta una
«reinterpretazione nella natura». Alcune critiche di
Courbet causano l’abbandono dell’opera, che nelle definitive
dimensioni monumentali perde la freschezza dello
schizzo originario (Mosca, Museo Pu∫kin).
Dopo la discussa
Camille in abito verde (1866: Brema, kh), di stretta
ascendenza courbettiana, presentata al Salon del 1866,
M realizza Donne in giardino (1866-67: Parigi, mo), dipinto
abbozzato direttamente en plein air con l’intento di
preservare le qualità naturali di spontaneità e luce della
scena: l’opera viene però rifiutata dalla giuria del Salon
del 1867. Gravi difficoltà economiche costringono l’artista
a lasciare Parigi tra il 1868 e il 1869: in questo periodo
realizza alcuni scorci della Senna, volti alla resa dei
riflessi della luce sull’acqua e considerati dalla critica
compiute anticipazioni della pittura impressionista: tra gli
altri Au bord de l’eau, Bennecourt (1868: Chicago, Art Institute)
e La Grenouillère (1869: New York, mma).
Nel
1870, un nuovo rifiuto del Salon ad accettare le sue opere
induce Daubigny a dimettersi dalla giuria. Da Trouville,
dove risiede, M apprende la notizia dello scoppio della
guerra franco-prussiana: sollecitato da Daubigny, si
trasferisce a Londra (1870-71), dove si sono rifugiati anche
Pissarro, Bonvin e Sisley. Con Pissarro, M approfondisce
la conoscenza della pittura di Gainsborough,
Constable e Turner. Al termine del conflitto e dopo la
repressione della Comune, M rientra in Francia attraverso
l’Olanda, dove esegue alcuni scorci della cittadina di
Zaandam, località pittoresca presso Amsterdam.
Nel 1872, si stabilisce ad Argenteuil; i dipinti di questo
periodo si segnalano per la particolare luminosità e brillantezza
delle superfici, come in Regate ad Argenteuil
(1872: Parigi mo). Manet lo aiuta a superare nuovi problemi
finanziari e lo ritrae nel suo famoso atelier galleggiante,
realizzato sull’esempio di quello di Daubigny. Per
superare nuove difficoltà economiche, M propone un’esposizione
collettiva di artisti indipendenti, che ha luogo
nel 1874, presso lo studio del fotografo Nadar; con intenti
sarcastici, la mostra viene definita «impressionista»
(Leroy), neologismo che trae spunto dal dipinto di M Impression.Soleil levant (Parigi, Musée Marmottan). In
quell’occasione l’artista presenta diversi lavori, tra i quali
I papaveri (1874: Parigi, mo), in cui si esemplifica l’idea,
propria della pittura impressionista, della natura come
fonte diretta di sensazioni pure. Per restituire la freschezza
dell’impressione visiva, M si avvale di una stesura
per brevi pennellate e utilizza colori pressoché puri.
Nel 1876, alla seconda esposizione impressionista, M riscuote
successo con la grande tela La Japonaise (Boston,
mfa). L’anno successivo dipinge una serie di vedute della
stazione di Saint-Lazare (1877: Parigi, mo), con l’intento
di rendere pittoricamente il fumo delle locomotive,
soggetti che saranno esposti alla terza mostra impressionista.
Nel 1878 si trasferisce a Vedieuil, che lascia per
stabilirsi definitivamente a Giverny nel 1883.
A partire
dal 1880, M è affascinato dall’idea di rappresentare l’effetto
della luce sul paesaggio ad ore diverse del giorno;
per raggiungere questo obiettivo, elabora delle serie di dipinti,
tra le quali è celebre quella dedicata alla cattedrale
di Rouen. Realizzata tra il 1889 e il 1894, questa serie
comprende cinquanta Cattedrali (molte delle quali al mo
di Parigi), percepite unicamente in funzione delle variazioni
di atmosfera e luce. Tra il 1909 e il 1926, M realizza la serie delle Ninfee, definita «grand poème de
l’eau»: l’esecuzione di queste grandi tele, in cui l’artista
si prefigge «di rendere l’acqua con l’erba che si muove
sul fondo», si accompagna ad un progressivo peggioramento
della vista. Donata dall’artista allo Stato, questa
serie è stata collocata nelle sale dell’Orangerie alle Tuileries,
e la critica ne ha sottolineato l’influenza sul fauvismo,
sull’espressionismo, sino ai più lontani sviluppi della
pittura informale.