5/12/2020

Claude Monet (Parigi 1840-Giverny 1926).

Trasferitosi con la famiglia a Le Havre, verso il 1845, frequenta il collegio di La Meilleraye; giovanissimo, tra il 1856 e il 1858, acquisisce una discreta reputazione come caricaturista. Verso il 1858, incontra Eugène Boudin che, riconoscendone il talento, lo incoraggia allo studio del paesaggio dal vero, all’aperto, secondo la tradizione olandese; lo stesso M, nei suoi ricordi, sottolinea il ruolo decisivo che questi insegnamenti ebbero su di lui. Nonostante il rifiuto della municipalità di Le Havre di concedergli una borsa di studio, M si reca a Parigi nel 1859, dove riporta una forte impressione dai paesaggi di Daubigny e di Corot esposti al salon. Nella capitale entra in contatto con Amand Gautier, artista di ispirazione realista, e Constant Troyon, affermato animalista, ma di cui egli apprezza soprattutto le capacità paesaggistiche.

Lo stesso Troyon insiste perché egli si iscriva all’atelier di Couture, ma M opta invece per l’Académie Suisse, atelier libero, dove incontra Pissarro. Contemporaneamente frequenta la Brasserie des Martyrs, ritrovo di artisti e intellettuali.

Il soggiorno parigino viene interrotto nel 1861, quando M è costretto a partire per l’Algeria per assolvere agli obblighi militari; problemi di salute ne impongono il rimpatrio alla fine del 1862. Ritornato a Le Havre, M stringe amicizia con l’olandese Jongkind, la cui cultura artistica segna in maniera determinante la sua formazione. Superati alcuni contrasti con la famiglia, ottiene il consenso a ritornare a Parigi, dove entra nell’atelier di Gleyre, e vi incontra J. F. Bazille, P. A. Renok e A. Sisley. In compagnia di Bazille soggiorna nel 1863 a Chailly-en-Bière, località della foresta di Fontainebleau, dove esegue paesaggi prossimi alla tradizione di Barbizon e di Daubigny.

In un nuovo soggiorno a Chailly, nel 1865, conosce Gustave Courbet, che poco dopo si trasferisce a Trouville, dove vive Daubigny; M affascinato dalle opere courbettiane ne studia con passione la tecnica. L’influenza di Courbet si intreccia con quella di Manet, che proprio in quegli anni aveva posto con evidenza il problema della rappresentazione di figure en plein air con il suo Le déjeuner sur l’herbe (1863), opera che aveva avuto ampia risonanza nella cerchia frequentata da M. Tale preoccupazione si riflette nel dipinto omonimo (1865: Parigi, coll. priv. e mo), esplicito omaggio al soggetto manettiano, di cui M tenta una «reinterpretazione nella natura». Alcune critiche di Courbet causano l’abbandono dell’opera, che nelle definitive dimensioni monumentali perde la freschezza dello schizzo originario (Mosca, Museo Pu∫kin).

Dopo la discussa Camille in abito verde (1866: Brema, kh), di stretta ascendenza courbettiana, presentata al Salon del 1866, M realizza Donne in giardino (1866-67: Parigi, mo), dipinto abbozzato direttamente en plein air con l’intento di preservare le qualità naturali di spontaneità e luce della scena: l’opera viene però rifiutata dalla giuria del Salon del 1867. Gravi difficoltà economiche costringono l’artista a lasciare Parigi tra il 1868 e il 1869: in questo periodo realizza alcuni scorci della Senna, volti alla resa dei riflessi della luce sull’acqua e considerati dalla critica compiute anticipazioni della pittura impressionista: tra gli altri Au bord de l’eau, Bennecourt (1868: Chicago, Art Institute) e La Grenouillère (1869: New York, mma).

Nel 1870, un nuovo rifiuto del Salon ad accettare le sue opere induce Daubigny a dimettersi dalla giuria. Da Trouville, dove risiede, M apprende la notizia dello scoppio della guerra franco-prussiana: sollecitato da Daubigny, si trasferisce a Londra (1870-71), dove si sono rifugiati anche Pissarro, Bonvin e Sisley. Con Pissarro, M approfondisce la conoscenza della pittura di Gainsborough, Constable e Turner. Al termine del conflitto e dopo la repressione della Comune, M rientra in Francia attraverso l’Olanda, dove esegue alcuni scorci della cittadina di Zaandam, località pittoresca presso Amsterdam.

Nel 1872, si stabilisce ad Argenteuil; i dipinti di questo periodo si segnalano per la particolare luminosità e brillantezza delle superfici, come in Regate ad Argenteuil (1872: Parigi mo). Manet lo aiuta a superare nuovi problemi finanziari e lo ritrae nel suo famoso atelier galleggiante, realizzato sull’esempio di quello di Daubigny. Per superare nuove difficoltà economiche, M propone un’esposizione collettiva di artisti indipendenti, che ha luogo nel 1874, presso lo studio del fotografo Nadar; con intenti sarcastici, la mostra viene definita «impressionista» (Leroy), neologismo che trae spunto dal dipinto di M Impression.Soleil levant (Parigi, Musée Marmottan). In quell’occasione l’artista presenta diversi lavori, tra i quali I papaveri (1874: Parigi, mo), in cui si esemplifica l’idea, propria della pittura impressionista, della natura come fonte diretta di sensazioni pure. Per restituire la freschezza dell’impressione visiva, M si avvale di una stesura per brevi pennellate e utilizza colori pressoché puri.

Nel 1876, alla seconda esposizione impressionista, M riscuote successo con la grande tela La Japonaise (Boston, mfa). L’anno successivo dipinge una serie di vedute della stazione di Saint-Lazare (1877: Parigi, mo), con l’intento di rendere pittoricamente il fumo delle locomotive, soggetti che saranno esposti alla terza mostra impressionista. Nel 1878 si trasferisce a Vedieuil, che lascia per stabilirsi definitivamente a Giverny nel 1883.

A partire dal 1880, M è affascinato dall’idea di rappresentare l’effetto della luce sul paesaggio ad ore diverse del giorno; per raggiungere questo obiettivo, elabora delle serie di dipinti, tra le quali è celebre quella dedicata alla cattedrale di Rouen. Realizzata tra il 1889 e il 1894, questa serie comprende cinquanta Cattedrali (molte delle quali al mo di Parigi), percepite unicamente in funzione delle variazioni
di atmosfera e luce. Tra il 1909 e il 1926, M realizza la serie delle Ninfee, definita «grand poème de l’eau»: l’esecuzione di queste grandi tele, in cui l’artista si prefigge «di rendere l’acqua con l’erba che si muove sul fondo», si accompagna ad un progressivo peggioramento della vista. Donata dall’artista allo Stato, questa serie è stata collocata nelle sale dell’Orangerie alle Tuileries, e la critica ne ha sottolineato l’influenza sul fauvismo, sull’espressionismo, sino ai più lontani sviluppi della pittura informale.