Si dà il nome di sp a fogli volanti stampati su una sola facciata
e illustrati da un’incisione spesso accompagnata da un
testo, e dipinta a colori vivaci.
Le sp erano prodotte da incisori spesso anonimi secondo le
tecniche dell’incisione su legno e su rame, della litografia,
nonché, in tempi piú vicini a noi, della cromolitografia e della
fotolitografia.
Il prezzo di queste è sempre stato sufficientemente basso affinché
chiunque potesse procurarsi «una stampa da un soldo». La sua diffusione era rapida e su vasta scala. Un prodotto
di grande consumo quindi, con i conseguenti difetti:
qualità mediocre della carta, impiego dei legni e dei rami per
finalità diverse e fino all’usura totale, colori applicati senza
curare molto la precisione, a grandi tocchi a stampino o a
pennello, con sovrapposizioni per variare le tonalità. Lo
smercio delle sp era affidato a venditori ambulanti che, a
volte, le esponevano agganciate ad asticelle mediante laccetti
di cuoio o le accatastavano in gerle, come nei Paesi Bassi;
in Italia, i venditori ambulanti erano seguiti da un asino;
in Germania, si spostavano in gruppo. Dal 1782, alcuni di
essi furono chiamati tesini perché originari, in gran numero,
della valle del Ticino, si spingevano fino alla Russia asiatica,
o all’Africa. Le sp erano vendute nei conventi, nei luoghi
di pellegrinaggio e nelle fiere.
Si vendevano anche in città, nelle bottegucce raccolte intorno
alle cattedrali, come a Saint-Donat a Bruges, sulla porta
di Kiev a Mosca, al Palais de Justice a Parigi, e, in grandi
quantità, nelle strade dove si radunavano fabbricanti e
mercanti (rue Montorgueil o rue Saint-Jacques a Parigi).
La sp corrispondeva ad esigenze profonde dell’uomo; acquistava
valore di talismano; assicurava protezione divina,
il conforto d’una presenza spirituale, il sogno di universi remoti
o immaginari. Attaccata a una parete, la rischiarava con
le sue tinte vivaci; sotto la cappa del camino, era punto di
riferimento per la preghiera; incollata sul coperchio di un
cassone, dietro la porta di un armadio, sull’uscio della stalla,
proteggeva i beni, stornava i malefici. A capodanno, era
di buon augurio; segnava i giorni propizi, conferiva realtà
agli eventi storici, ai principi che ne erano protagonisti; concretizzava
le catastrofi, rendendole piú vicine, piú terrorizzanti.
Conferiva alla vita quotidiana, dipingendola a colori
seducenti, una dignità che la rendeva sopportabile. Denunciava
con umorismo e spesso con ferocia le ingiustizie, e anche
i vizi di coloro che le subivano e ne soffrivano. La sp,
soprattutto quando tratta soggetti profani, rappresenta una
sorta di letteratura visualizzata. Era concepita per essere letta
in immagini, e il testo era un promemoria per chi sapeva
leggere.
Nate con l’invenzione della stampa ebbero presto una così
vasta diffusione che produsse una complessità di correnti e
di influenze di cui sono noti unicamente gli effetti; le motivazioni
e le condizioni di questa produzione sono talvolta
difficili da percepire.
Europa
Germania
I paesi di lingua germanica ebbero, nel sec. XV,
un ruolo essenziale nella storia della sp in Europa. Il perfezionarsi
delle tecniche grafiche favorì questo mezzo di
espressione popolare e la sua diffusione nei paesi circostanti.
Norimberga, Augusta, Magonza erano centri in cui le sp
venivano prodotte in così notevole quantità, che la loro importanza
può confrontarsi soltanto con quella odierna, dei
mass media. La prima fabbrica di sp entrò in funzione a Norimberga
nel 1390; «pittori d’immagini e di carte» erano nati
a Ulm nel 1420 e ad Augusta nel 1428.
Piú della metà delle sp conservate hanno carattere religioso.
L’Ecce homo della messa di papa Gregorio, la sp piú antica,
daterebbe al 1400; e un San Cristoforo della Certosa di Buxbeim,
conservato a Manchester, al 1423. Scene della vita di
Cristo, della Passione, della vita della Vergine, della Vergine
in maestà, della Vergine con Bambino, di sante onorate
nei luoghi di pellegrinaggio, San Landolin a Brisgau, Santa
Maddalena, ebbero grande diffusione a partire dalla seconda
metà del sec. XV. Nel repertorio iconografico sono presenti
anche immagini augurali come il Bambino Gesú nella
cappa del camino per il 1475 o Ein seligs News Jaer con interpretazione
del Padre Nostro, per il 1479, di Hans Paur, ed
esempi dello Speculum humanae salvationis rappresentanti
una mano aperta. In questo «genere» rientrano anche i fogli
per le indulgenze, nei quali il testo occupava un posto
maggiore dell’immagine; accompagnavano le reliquie e venivano
vendute dalle confraternite per la buona preghiera,
contro la bestemmia, per ottenere una buona morte e per la
remissione dei peccati. Proprio contro l’eccesso di vendita
di indulgenze prese inizio la ribellione di Lutero.
La Riforma provocò un nuovo tipo di sp; lasciò molto spazio a
quella di soggetti che rappresentano gli scontri ideologici, le peripezie
politiche, le satire sociali. Le controversie confessionali
utilizzarono i temi popolarissimi del Mondo alla rovescia o del
Pazzo della Cuccagna; oltre a introdurre altri temi: papa e monaci
in veste di lupi, agnelli protestanti e Lutero in preghiera,
traffico delle indulgenze, rivolta dei contadini. La lotta partì
da Norimberga nel 1523, animata dal poeta-calzolaio Hans Sachs,
e in questa città si sviluppò in gran parte la stampa di immagini
polemiche. Nel 1570 vi erano dieci stampatori, cinque
intagliatori d’immagini, diciassette incisori di lettere. Augusta,
Strasburgo, Mulhausen in Turingia furono altrettanti centri di
stampa molto importanti. I fogli avevano grande formato, con
titolo, incisione su legno e testo su piú colonne.
Le sp del sec. XVI comunicano il terrore del popolo tedesco.
Sembrano annunciare la fine del mondo: raffigurazione del
diavolo, apparizione di segni in cielo e di prodigi, nascita di
esseri deformi, stregoneria, processi di streghe bruciate, guerre
contro nemici crudeli, supplizi e repressioni sanguinose.
Il diffondersi dell’arte barocca trasformò le sp tedesche, conferendo
loro un’originalità che manterranno fino alla fine
del sec. XVIII. L’impiego massiccio dell’incisione su rame, soprattutto
a Norimberga, e le caratteristiche commerciali della
produzione condizionarono il gusto del pubblico, sedotto
dal rinnovamento dei temi e dei mezzi tecnici impiegati per
esprimerli. Paulus Fürst (1605-66) è noto come il massimo
mercante e il migliore editore di fogli volanti. Il suo catalogo,
che ci è pervenuto incompleto, comporta 369 articoli, di
cui 90 su soggetti religiosi; vi figurano anche illustrazioni allegoriche
e di proverbi: le Età della vita, La scala delle età.
Nel 1639, Fürst ebbe un deposito permanente alla fiera di
Lipsia; nel 1654, si recò alle fiere di Francoforte, di Vienna,
di Linz, di Graz. Christophe Weigel (1654-1725), egli
pure di Norimberga, pubblicò serie storiche, di costume e
votive.
Negli stessi anni, la tradizionale incisione su legno ebbe un
centro di grande produzione in Augusta, ove, nel 1648, vennero
censiti 37 intagliatori di immagini e incisori di lettere,
nonché tre stampatori: tra questi Abraham Bach e figlio (†1702), autori di numerose allegorie, come La scala delle età,
e immagini devote; vendevano anche immagini devote importate
da Anversa dai Gesuiti; e ancora Matthäus Schmid
e Johann-Philipp Steuder (1650-1732), che pubblicarono solo
soggetti religiosi, ispirati ai modelli del sec. XVI. I loro legni
incisi sono arcaicizzanti e dai toni vivi e armoniosi. I tagli
dolci colorati a mano affascinavano i compratori abbienti
delle grandi città; alcuni fogli, incollati e incorniciati da
motivi dipinti, ornano cofani detti de cavaliers, e le testate
dei letti. Martin Engelbrecht era il piú conosciuto in Francia,
poiché, mentre importava in Germania tagli dolci della
rue Saint-Jacques e vedute ottiche, esportava le proprie sp
rappresentanti contadini, cittadini in costumi regionali tedeschi,
con didascalie in francese.
Anche nelle città ove non c’era una tradizione di sp si assiste
all’apertura di botteghe da cui uscivano fogli curiosi, di
fattura semplice e di esecuzione maldestra.
Il periodo barocco fu dominato da Albrecht Schmid (1667-1744), che pubblicò ad Augusta un numero notevole di sp,
di fattura assai bella; si servì indifferentemente di rami e legni.
È notevole una serie di legni con rappresentazioni di orchi
e personaggi grotteschi. Piacevoli le serie religiose, con
bordure fiorite, destinate alle case di campagna.
Negli ultimi anni del Settecento la produzione cambiò molto.
Il mutamento di stile fu indotto, in parte, dai mutamenti
politici ed economici provocati dalla Rivoluzione francese
e dalle campagne napoleoniche. La produzione delle sp fu
condizionata dalla necessità di rappresentare le campagne
militari e dall’urgenza di far fronte a una nuova, vasta, domanda
di immagini per libri di diffusione popolare che avevano
bisogno di essere sostenuti da illustrazioni. Compaiono
nuovi centri di produzione. Norimberga resta certo un
importante centro, con Campe, il quale nel 1825 editò un
catalogo di 1115 articoli di incisioni a mezzo foglio, con acquaforti
colorate a mano. Sono sp fatte per i bambini quelle
che Endter vendeva alla fiera del giocattolo di Norimberga.
A Vienna, Hieronymus Löschenkohl copiò i modelli
in legno di Augusta trasferendoli su rame; e fin dal 1819
Matthias Trentsensky impiegò la litografia per sp per bambini
di eccellente qualità.
Le sp tedesche del sec. XIX, dopo aver offerto scene pastorali,
imbonitori ambulanti, militari e scene di battaglia, predilessero
un pubblico infantile. La ditta impiantata a Neuruppin
di Johann Bernhard Kühn diverrà il centro principale
di questo particolare tipo di sp a partire dal 1775 fino
alla prima guerra mondiale. Tutti i soggetti, tutte le forme,
tutte le tecniche venivano impiegate senza altro scopo che
quello di vendere il piú possibile. Tale obiettivo commerciale
vivacizzò il complesso delle sp tedesche tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Soltanto Trentsensky, a Vienna,
restò fedele alla litografia; gli si devono giochi e teatrini di
carta per la gioventú, di ottima qualità. A tali sp per bambini
si aggiungono sp per decorare salotti, stampate in cromolitografia,
e altre occasionali d’informazione, che imitavano
i giornali. Caspar Braun (1807-77), Friedrich Schneider
(1815-64) e i loro successori pubblicarono dal 1849 al
1898 a Monaco cinquanta volumi all’anno, i Münchner Bilderbogen,
contenenti 1200 fogli in nero e a colori, con temi
seri o divertenti, a fasce di illustrazioni disegnate da artisti
noti. Nei medesimi anni J. F. Richter pubblicò gli Hamburger
Bilderbogen (1866-70), e Gustav Weise i Deutsche Bilderbogen.
A Francoforte e a Dresda, alcuni gruppi industriali
finanziarono stamperie a colori, ove dopo il 1880 prevalse
la cromolitografia. Questi Bilderbogen scompariranno durante
la prima guerra mondiale con le immagini di battaglie
e di soldati del Neue Bilderbogen, edite a Vienna da A. Berger,
e delle sp di Robrahn, edite a Magdeburgo.
Paesi Bassi
Nei Paesi Bassi si trovano varie centinaia di sp
stampate prima del 1500. Hanno, per la maggior parte, carattere
religioso. Alcune recano il nome dei conventi che ne
erano editori e nei quali, forse, venivano incise. Ai carmelitani
scalzi di Liegi, rifugiatisi nel convento di Notre-Dame-de-la-Consolation di Vilvorde presso Bruxelles, si devono
sp incise su legno, belle e bene impaginate, come una Vergine
col Bambino e una Sacra Famiglia.La sp è cinta da una
cornice di fiori, frutta ed emblemi, che riapparirà in figurazioni
di spirito simile nel XVI e XVII secolo; sp piú semplici
venivano incise nel convento di Béthanie a Malines.
Le sp ritrovate nei 25 manoscritti della Biblioteca di Liegi,
provenienti dall’abbazia benedettina di Saint-Trond nel
Limbourg belga, sono d’ispirazione e tecnica diverse. Diversa
è la materia impiegata: sembra venisse preferito il rame.
Non per questo si abbandona completamente la xilografia.
Tale tradizione dell’incisione su rame per rappresentare Cristo, a Vergine, i santi si manterrà viva nella parte dei Paesi
Bassi rimasta cattolica dopo la Riforma, soprattutto ad
Anversa, nel sec. XVI e fino al XVIII.
La vendita cessa di essere
monopolizzata dai conventi e passa nelle mani dei mercanti.
Non è affatto un caso se Anversa divenne la principale
città ove si producono sp devote.
Intorno alla stamperia di Christophe Plantin si erano stabiliti
laboratori d’incisione su rame. Essi forniranno sp di santi,
di piccolo formato, riccamente lumeggiate e circondate
di frutta, fiori ed emblemi dipinti a mano, in un’incorniciatura
che è talvolta piú importante dell’incisione. Per impulso
dei gesuiti tali sp vennero stampate a migliaia; ne compaiono
81 900 sull’inventario redatto alla morte di Jan Galle
nel 1676. Vennero diffuse in Olanda, Germania, Ungheria,
Spagna e America del sud. Le producevano famiglie di incisori.
I Galle (Philipp, verso il 1570; Theodor, fino al 1640;
Jan, nel 1676), i van Merlen, i Wierix e i Bouttats sono le
famiglie piú celebri. Le donne erano associate agli uomini
come coloriste o direttrici di bottega. La moda delle sp persisterà
fino alla fine del sec. XIX senza che se ne incidano altre:
i rami continuavano a funzionare. Colorate a quel tempo senza invenzione,
impiegate a qualsiasi fine devoto, queste
sp persero sempre piú importanza. Bouttats, verso la
metà del sec. XVIII, abbandonò le sp religiose e trattò temi
di attualità come l’Operazione cefalica, la Gerarchia dei grandi,
la Battaglia delle mutande.
I Paesi Bassi d’Olanda, conquistati dalle idee riformistiche
fin dal 1518, respinsero i «santini» e manifestarono le proprie
credenze in immagini bibliche, destinate a edificare ed
educare. Gli artisti sfruttarono, a profitto delle nuove idee,
i grandi temi che nella stessa epoca erano diffusi in Germania,
in Francia e in Italia: la Ruota della Fortuna, la Scala delle
età, grandi figure di scene grottesche, la Battaglia dei ratti
e dei gatti, il Tempo presente, la Troia che fila. I pezzi migliori
sono sp di combattimento, satiriche e piene di brio. Hanno
colori netti e belli. Nel sec. XVI è possibile rammentare il
nome di cinque loro editori: due ad Amsterdam, Cornelis
Anthonisz Theunissen e Jan Ewoutsz, uno a Kampen, Peter
Warnesoen, e due ad Anversa, Jehan Liefrinck (verso il
1538) e Sylvester van Parys.
Nel sec. XVII il piú importante centro della produzione di sp
europeo divenne Amsterdam, con Theunis Lootsman, e suo
genero van der Putte, la cui ditta utilizzerà gli stessi fortunati legni per centocinquant’anni; altri produttori furono Michel
de Groot (dal 1634 al 1680), suo figlio Gysbert (1660-92)
e, fino alla metà del sec. XVIII, Jost Broerz (1634-47), Paulus
Mathysz (1640-84), Jan Boumann (1642-73) e i suoi discendenti.
Nel sec. XVI si diffuse sempre piú il gusto per sp in sequenza
che narrano, in piú illustrazioni su un medesimo foglio,
sottolineate o meno da un testo, episodi biblici, avventure leggendarie, storie di soldati, di mestieri, di animali.
Gysbert de Groot editò con questa formula, la Tentazione
di Cristo, il Pazzo della Cuccagna, uccelli, e van der Putte la
Vita di san Paolo, gli Zoppi, le Stagioni.Nel sec. XVIII crebbe
la richiesta di mercato; assunsero importanza le botteghe
di Deventer, Haarlem, Leyda, Bois-le-Duc (’s-Hertgoenbosch).
La loro produzione rivelava uno spirito assai simile a
quello della letteratura dei venditori ambulanti, del teatro
popolare e del teatro di marionette.
A partire dal 1750, Rynders
ad Amsterdam editò gran numero di sp con risultati alterni.
I suoi eredi produssero soltanto sp narrative, adatte
alla gioventú a scopo didattico: Robinson Crusoe, le Favole
di La Fontaine, i Racconti di Perrault. Nel sec. XIX, la casa
Brepols di Turnhout inondò l’Europa, fino alla Russia, delle
sue sp; Jacques Brepols (1778-1845), comperò alcuni legni
presso J.-H. Le Tellier di Lierre († 1809). Ne acquisì altri
di svariata provenienza e molti ne fece incidere. Li
stampò e li fece colorare in modo tanto gradevole da venderne
in gran numero. Abile commerciante, seppe sfruttare
il successo dovuto al suo talento ricorrendo a numerosi rivenditori,
alcuni dei quali avevano il loro nome, e non il suo,
stampato sulle sp. Il suo catalogo, di 1395 articoli, comprendeva
73 storie con didascalie in francese e altri 73 in
olandese. Sua figlia, vedova di J. J. Dierck, proseguì la produzione
di sp che stampò fino al 1860 col marchio «B et D»,
oppure «B». Jean-Guillaume Dierck, suo figlio, sposò nel
1860 Joséphine Dessauer, che alla sua morte si rimaritò con
Arthur Dufour, i cui discendenti diressero la ditta Brepols
fino al 1930. Le loro stampe sono tra le sp migliori impresse
in questo periodo.
Italia
Nel 1441, il Senato di Venezia emanò un decreto
per proteggere «le arti e mestieri delle carte e immagini che
si fanno a Venezia». Erano stretti i rapporti tra gli stampatori
tedeschi e olandesi da un lato, italiani dall’altro. Nel
1476 Erhardhus Ratdolt e Bernardus Pictor di Augusta si
stabilirono a Venezia, e nel 1497 L. Pachel e M. Schinzenzeller
a Milano. Nel sec. XVI Antoine Lafrery viene a Roma;
e anche Nicolas Beatrizet, nel XVII. Gli stranieri erano attirati
dalla cultura umanistica e dalla libertà espressiva, che
non era limitata né da statuti di corporazione né da regolamenti
di polizia; soltanto la raffigurazione delle immagini
religiose veniva regolata dalle ordinanze delle autorità ecclesiastiche.
Altra attrattiva è quella dell’edizione e della
vendita di stampe in un paese in cui l’opera raffinata dell’artista
noto veniva tradotta da sp. Così, il catalogo di Lafrery
propose incisioni di Michelangelo e Raffaello, contemporaneamente
alle Età dell’uomo.
La prima sp di autore italiano, nota, la Madonna del Fuoco,
sarebbe precedente al 1428. Un San Tommaso stampato a
Venezia nel 1450 e un San Bernardino da Siena a Ferrara nel
1470 sono incisioni su legno, come la Scimmia che fila, l’Uomo
mascherato da volpe, la Disputa tra il morto e il vivo e molti
altri soggetti allegorici. Nella stessa epoca, Maso Fini-guerra impiegò per la stampa la tecnica dell’incisione su rame
appresa nelle botteghe degli orefici; illustrò la serie dei
Pianeti (1450-55).
Nel sec. XVI, prevalse decisamente la tecnica dell’incisione su
rame. Alcuni artisti produssero opere eccellenti. Ferranti Bertelli
e il figlio Cristoforo, stabilitosi a Roma, firmarono la Scala
delle età dell’uomo e la Scala delle età della donna; Nicolò
Nelli, a Roma, incise a taglio dolce la Venerabile Poltroneria
regina di Cuccagna nel 1565. Ferranti Bertelli produsse a Venezia
il Trionfo del Carnevale nel paese di Cuccagna nel 1569;
il figlio Cristoforo la Scala delle età dell’uomo e della donna;
Antonio de Paulis, a Roma, gli Inganni del mondo.
La svolta decisiva nelle sp italiane si verificò nel 1630. Da
questo momento l’edizione, la vendita e senza dubbio l’incisione
furono monopolio solo di poche famiglie, e la situazione
si protrasse fino alla fine del sec. XIX.
Massima importanza, in questo mutamento, ebbe l’opera del
Mitelli di Bologna (1634-1718). Le loro sp rappresentano la
vita quotidiana del popolo italiano in un’epoca di trasformazioni.
Descrivono le feste, i giochi, i personaggi da fiera
e da commedia con un realismo privo di eccessi. Mitelli affrontava,
con gusto ironico e lieve, temi di drammatica attualità:
la guerra contro i Turchi, la carestia di Bologna, l’invasione
da parte del Catinat nel 1709. Il complesso della sua
opera è noto anche grazie alle ristampe fattene da Lelio dalla
Volpe nel 1736. A Modena ebbe il monopolio la famiglia
Soliani (1640-1870). Il loro catalogo, come, prima, quelli di
Lafrery (1572) o dei fratelli Vaccari (1604-14), raccoglieva
accanto ad opere di maestri, sp. Essi offrivano grandi tavole
stampate da legni del sec. XV, entrati in loro possesso (la
Madonna di Loreto, la Scimmia che fila), fogli illustrativi di
legni del sec. XVI (i Paladini, l’Albero della fortuna), numerosi
soggetti popolari, alfabeti, calendari, almanacchi.
Nell’insieme si tratta di 1653 legni, di cui 851 a soggetto religioso
e 802 a soggetto profano. Sono oggi conservati nel
Castello Sforzesco di Milano, dopo essere stati ricomperati
dal collezionista Achille Bertarelli da un mercante milanese
che, verso il 1890, ne traeva ancora qualche tiratura.
La famiglia Remondini di Bassano (1650-186o), occupa nel
campo delle sp italiane, il posto piú importante. Suo fondatore
fu Giovanni Antonio, operatore in ferro battuto che divenne
stampatore verso il 1650. Lui e i suoi discendenti editarono opere di carattere
molto differenziato e dimostrarono
forte senso degli affari. Giuseppe Remondini esportò le
sue stampe in tutto il mondo: in Russia e negli altri paesi europei,
in America del Sud, nonché in alcune regioni dell’Asia
e dell’Africa. I testi e le didascalie erano stampati in italiano,
latino, francese, spagnolo, tedesco, russo, greco, armeno.
Fondò succursali ad Augusta e a Parigi in rue Saint-Jacques.
I Remondini pubblicarono numerosi cataloghi; il piú
ricco è quello del 1784, che comporta una lista di 6352 sp e
stampe varie, per la maggior parte popolari.
L’attività dei Soliani e dei Remondini proseguì dopo l’arrivo
in Italia di Bonaparte nel 1796; ma le guerre e i rimaneggiamenti
territoriali ebbero ripercussioni sulla rappresentazione
dei temi tradizionali. Inoltre, si fece particolarmente
sentire, l’influsso delle sp francesi.
Bartolomeo e Achille Pinelli rinnovarono completamente il
genere nell’Ottocento, calandolo nel clima politico, senza
peraltro abbandonare le descrizioni di vita quotidiana. Le
loro incisioni sono accompagnate, in moltissimi casi, da canzoni
e testi, un certo numero dei quali è consacrato agli avvenimenti
storici del risorgimento. I cantastorie vendono
queste sp nelle strade.
Francia
Le sp francesi ebbero le stesse vicissitudini di
quelle dei paesi circostanti. Comparse pressappoco alla stessa
data, si affermarono nel xvi e xvii secolo; acquistarono
caratteri originali soltanto nel sec. xviii e nella prima metà
del XIX.
Le sp francesi nascono, sembra, negli ultimissimi anni del
Trecento, per l’impulso dato dalle abbazie borgognone di
Cîteaux e Cluny alla diffusione delle indulgenze; sp di santuari
e luoghi di pellegrinaggio, rappresentanti gli intercessori,
venivano vendute a buon mercato grazie ai legni incisi,
tecnica nuova piú rapida del disegno a mano. Venivano
acquistate da gran numero di credenti. Grande fu l’influsso
dell’incisione tedesca; tuttavia, la Vergine coronata trovata
incollata sul fondo di un cofano e un San Francesco di questo
periodo presentano i caratteri di un’arte che è stata detta
«della Turenna» ma che sarebbe piuttosto parigina, influenzata
dai Libri d’ore stampati da Antoine Verard (1493),
di J. du Pré (1481) e di Pierre Le Rouge (1488).
Gli imagiers en papier, o imagiers en histoires si stabilirono nel
sec. XVI, in rue Montorgueil a Parigi. Sei di essi sono particolarmente
noti: si tratta di Germain Hoyau, Guillaume Saulce,
François de Gourmont, Jean Bonemere, Pierre Boussy e
Alain Mathoniere. Le incisioni da essi stampate affrontano
tutti i soggetti: il Figliol prodigo, Santi, Profeti, l’Albero della
vita, lo Specchio della morte, un Diavolo d’argento, il Paese di
Cuccagna, e proverbi, che comparvero per la prima volta tra
le sp francesi. Composte con grandi legni rettangolari, ben
disegnate, ben intagliate, si ispiravano sia ai quadri della scuola
di Fontainebleau, sia ai disegni di Jean Goujon, di Jean
Cousin e persino, talvolta, alla pittura fiamminga.
Un’altra famiglia, quella dei Leclerc, abbandonò rue Montorgueil
per stabilirsi accanto alla Sorbona. Jean II Leclerc,
in rue Saint-Jacques, verso il 1575-80, pubblicò Strilloni di
Parigi, Giochi di bambini, allegorie. Jean III, suo figlio, incise
lui stesso su legno soggetti di ogni sorta, e persino etichette
di biancheria. È lui a introdurre, abbandonando l’incisione
su legno, l’incisione su rame in rue Saint-Jacques.
Con lui lavorarono alcuni fiamminghi. Pierre Firens (1580-1638) s’installò in una bottega vicina. Alla sua morte aveva
inciso 3400 rami. Gli succedettero il figlio e il nipote. Le sp
da essi prodotte avevano tematiche «devote».
Nel sec. XVI
erano comparse e scomparse sp legate alle battaglie religiose
in corso, meno feroci che in Germania ma pur sempre aggressive.
La scarsità dei pezzi conservati è dovuta all’ordinanza
di Enrico IV contro gli stampati che rievocavano le
guerre di religione e la Lega. L’esistenza di sp di questo tipo
in quest’epoca è però attestata da una raccolta di Pierre
de L’Estoille (1546-1611), dal titolo Belles Figures et drôleries
de la Ligue, avec peintures et placards... prêchées et vendues
publiquement en 1589.
Il gusto diffuso per i componimenti pastorali e la letteratura
di corte, l’interesse per gli atti della vita quotidiana trasformarono
nel sec. XVII le sp; inoltre non mancò di esercitarvi
un influsso predominante l’opera di Abraham Bosse.
L’impiego dell’incisione su rame prevalse su quello dell’incisione
su legno. Il Recueil des plus illustres proverbes di Jacques
Lagniet (1657-63) costituì la raccolta piú coerente, anzi
il tipo stesso della sp realistica. Descriveva costumi, abitudini
e abbigliamenti dell’epoca. Influenzò Guérard e, per
questa via, gli incisori della Rivoluzione francese.
Le sp incise dai Bonnart non rappresentavano, come quelle
di Lagniet, la vita quotidiana, né, come quelle di Firens, allegorie
morali o religiose, ma personaggi e abbigliamenti eleganti.
Henri Bonnart pubblicò 683 sp, nella maggior parte,
ritratti. Come i suoi fratelli Nicolas e Robert, era incisore
di qualità. Un altro fratello, Jean-Baptiste, pubblicò la serie
dei Mestieri.Le sp provenienti dalla rue Saint-Jacques si
orientarono sempre di piú verso l’incisione detta «semi-fine», dall’ornamentazione accurata, talvolta sdolcinata. Il genere
era destinato a una clientela agiata, che amava i calendari
alle pareti e si dilettava di vedute «ottiche», cioè di una
nuova tecnica di raffigurazione che cercava di porre in rilievo
i monumenti urbani e le loro vedute d’insieme.
Risultati particolarmente felici, in questo genere, furono raggiunti
dagli Chéreau (1732-1810); nella loro bottega all’insegna
del Gallo, oltre le proprie, vendevano anche sp di provincia
o provenienti dall’estero. Jollain e Mondhare pubblicarono
vedute «ottiche» contemporaneamente a sp devote.
I Crépy (1686-1789) offrirono al pubblico i soggetti piú svariati.
Incisero o fecero incidere, come Esnault e Rapilly, calendari
di grande formato, con incorniciature imponenti,
composte da figure e da decorazioni rococò. Tali incisioni,
per quanto piacevoli, non possiedono né il valore di testimonianze
di vita popolare, né la forza di immagini di rivendicazione.
A «servire la patria» sarà Basset. Le sue caricature s’ispiravano
alle incisioni su legno del sec. XVII; attaccavano la nobiltà
e il clero. Basset rappresentava anche i cortei e le feste
rivoluzionarie, come aveva fatto per i cortei e le feste di Luigi
XVI. Soppresse, tra i colori, il giallo, usando soltanto il
blu e il rosso. Il valore corrosivo delle sue sp sarà tanto alto
quanto effimero.
Passato il periodo rivoluzionario, la produzione di rue
Saint-Jacques tornò ad essere, per tutto l’Ottocento, quella
che era stata in precedenza, dalle stampe accurate ai soggetti
romantici e teneri verso il 1840, ricchi e un po’ compassati
durante il secondo impero; piacevano a un pubblico piccolo
borghese.
Parallelamente a questa evoluzione delle incisioni a taglio
dolce, intorno al 1750 si manifestò un risveglio d’interesse
per le immagini incise su legno. Questo ritorno si accentuò
a partire dalla fine della rivoluzione per toccare il culmine
tra il 1820 e il 1830, incoraggiato dal Concordato e dalla rimessa
in auge dei soggetti religiosi. Era stato favorito da un
ritorno all’arte dell’incisione su legno nella fabbricazione di
tessuti e tele dipinte. Vietata nel 1686, la stampa di queste
tele era stata di nuovo autorizzata nel 1760. Il successo era
stato immenso, e considerevole il numero degli stampatori
su tela «indiana». Quando la moda decadde, gli stampatori
furono naturalmente inclini a operare nell’ambito di tecniche
pressoché identiche. La voga della carta da parati dipinta
consentì di mettere a frutto il talento di molti fra loro. In
provincia, tali sp sopravvivevano in laboratori moribondi;
la nuova moda le riportò alla piena vitalità. Nella prima metà
dell’Ottocento esistevano una ventina di centri il cui impianto
era dedicato alla trasformazione delle manifatture di
tela «indiana» e di carta da parati. Primo tra essi era
Orléans. Tre personaggi dirigevano due laboratori: Sevestre-Leblond, Perdoux e Letourmi, le cui sp sono le piú belle
dell’epoca.
Jean Sevestre incise le sue belle tavole, colorate d’un azzurro
splendido. Si dice producesse carta da parati, e così pure
il suo operaio Perdoux († 1820), che gli succedette nel 1780.
Ai due si devono sp, copriletto, bordure per camini, personaggi
a grandezza naturale, che rappresentano, per la precisione,
una domestica e uno svizzero. Il genero di Perdoux,
Huet-Perdoux, ne assunse la successione nel 1805, ma non
combinò un gran che e vendette i legni a Garnier di Chartres
nel 1832.
Jean-Baptiste Letourmi, di Coutances, amico dei parigini
Esnault e Rapilly, si stabilì a Orléans ove, dal 1774 al 1789,
fece incidere nel suo laboratorio soggetti di moda. Fece buoni
affari, grazie ai suoi cento depositi di vendita sia a Parigi
che in provincia. Nel 1789, si schierò per la rivoluzione;
essendo l’unico produttore provinciale di sp di questo genere
e di questa importanza, le sue realizzazioni si accrebbero
di soggetti d’attualità. Dopo la rivoluzione, celebrò Bonaparte.
La produzione terminò nel 1800.
Il primo laboratorio di Chartres è quello del fabbricante di
carte da gioco Pierre Hoyau, che produsse sp in numero sufficiente
a dover far ricorso ad altri incisori, Thomas Blin e
i fratelli Allabre. Il suo materiale venne acquistato nel 1770
da Sébastien Barc. Marin Allabre aprì un altro laboratorio
(1782-1805), ma alla vigilia della rivoluzione sia lui che Barc
stavano fallendo. Suo genero Jacques-Pierre Garnier, che ha
operato da Basset a Parigi, fece uscire nel 1805 sp d’attualità,
incise da Guillaume Allabre († 1807) e da suo fratello
Louis. Garnier-Allabre riutilizzò vecchi legni incisi da Blin
e dagli Allabre. Tra il 1810 e il 1820 ne pubblicò un gran
numero; delle 192 incisioni note, 110 hanno soggetti religiosi,
ma ormai non andavano piú di moda e Garnier vendette
i legni di Thiébault a Castiaux di Lille.
Simon Blocquel (1780-1863), socio di Castiaux (1768-1855),
chiamò a Lille A. Thiébault. La sua ditta era in piena ascesa.
Dal 1809 alla sua morte editò centinaia di fogli di ogni
genere: santini, scene bibliche, ritratti di personaggi regnanti
o famosi, raffigurazioni di mestieri, animali.
Henri-Désiré
Porret, prima di avere successo, a Parigi, ideò molti soggetti.
Aveva fatto tirocinio presso Henri-Alexandre Martin-Delahaye
(1776-1856), cui si deve una serie che è unica per bellezza
d’incisione e armonia di colori (I Piccoli cacciatori, i
Piccoli masnadieri, i Piccoli giardinieri) e altre sp a tematica
tradizionale (L’Ebreo errante, il Figliol prodigo, Barbablu).Josué-
Henri Porret, padre di Henri-Désiré e venditore di tela
«indiana» proveniente dalla Svizzera, fu l’unico ad aver firmato
legni per Martin-Delahaye. Altre sp di questo editore
non sono che copie di incisioni di Amiens o di Cambrai.
Ad Amiens, Jean-Baptiste Lefèvre-Corbinière (1788-1812)
incise o fece incidere fogli di santini fino al 1793. Dopo l’intervallo
rivoluzionario, si occupò soltanto di ritratti e scene
napoleoniche, colorate in blu Savoia, in verde scuro e in vermiglio.
Ledien-Canda (1790-1832), in origine fabbricante di
carte da gioco, editò saintetés i cui colori sono pressoché gli
stessi che presso Lefèvre-Corbinière. I legni di Amiens arrivarono
a Parigi, presso Tautin e presso Julienne, specialisti
di sp d’attualità.
A Cambrai l’attività durò solo qualche anno, dal 1808 al
1825 ca. Il libraio Armand-François Hurez (1791-1832) conferì
unità a un insieme di 211 sp, stampate su carta azzurrognola.
Formatosi a Parigi presso Basset, fece incidere i suoi
legni ad Alençon da Godard II (1768-1838), che copiò, trasponendole,
incisioni di rue Saint-Jacques. I legni di Godard
verranno acquistati da Glémarec, produttore di sp parigino,
che le rieditò verso il 1856.
Antoine Thiébault, l’incisore di Garnier-Allabre a Chartres
e di Blocquel-Castiaux a Lille, tornò nel 1828 a Nancy, sua
città natale, dove opera, con il fratello Jean-Baptiste, per Desfeuilles,
lui stesso incisore. Produsse allora i suoi legni piú
belli. In questa stessa città Jacques-Stanislas Hubert detto
Lacour (1805-71), imprimeur-imagiste, edita dal 1830 al 1839
pezzi napoleonici, per i quali si assicura la collaborazione di
J.-B. Thiébault. Nel 1828, quando si trovava a Epinal, aveva
comperato i legni di Dupont-Diot a Beauvais. Quando
nel 1839 abbandonò quest’attività per dirigere una manifattura
di carta da parati, vendette i propri legni a Dembour
di Metz. Adrien Dembour (1799 - post 1838) utilizzò gli incisori
A. Thiébault e Jean Wendling. Entrò in concorrenza
con Epinal pubblicando santini e sp delle battaglie di Napoleone.
Dal 1837 impiegò la carta fatta a macchina, e così
pure fece a Belfort J.-P. Clerc (1776-1842).
Nell’est del paese, un’altra ditta importante, fondata da
Jean-Théophile Deckherr, venne fondata a Montbéliard nel
1796. I suoi figli produssero dal 1815 al 1830 sp che proponevano
ancora una volta i temi tradizionali del Mondo alla
rovescia, delle Cinque parti del mondo, e soprattutto santini,
in fogli assai belli, dai fondi colorati in arancio.
Nel 1850, l’avvento dell’era industriale mandò in rovina le
vecchie strutture artigiane. Al laboratorio successe la fabbrica.
La carta venne prodotta a macchina, e fatta di pasta
di legno e non di stracci. Le macchine sostituiscono gli incisori
e i coloristi. La diffusione avviene per vendita organizzata.
Epinal e Parigi restano i grandi centri di produzione.
Se i mezzi di riproduzione erano mutati, lo spirito restò
il medesimo. Sempre in modo collettivo, vennero prodotte
sp destinate a piacere alle persone facili a commuoversi, che
amavano ornare le pareti di scene moralizzanti o tenere, vivacemente
colorate. La tradizione di rue Saint-Jacques, così,
si perpetuò.
Per molti anni, agli occhi del pubblico, queste sp saranno le
«immagini di Epinal», giornaletto per ragazzi, da dipingere,
ritagliare e incollare, tanto diffuso in tutto il mondo che
il termine Epinal è diventato generale, applicandosi a tutte
le sp, fabbricate o meno da Pellerin.
Russia
I primi fogli volanti compaiono in Russia in ritardo
rispetto alla diffusione del libro a stampa. Una stampa in
stile rinascimentale italiano, un Apostolo, venne edita a Mosca
nel 1564 per ordine dello zar Ivan il Terribile. Non è per
nulla una sp; né lo è un’altra stampa, Prigione dei santi condannati,
incisa su piombo a Kiev nel 1629. Le sp hanno inizio
soltanto con Pietro il Grande, che portò a Mosca nel
1708 l’incisore Pierre Picard. Nato ad Amsterdam da famiglia
di origine francese, quest’ultimo viene nominato, nella
stamperia di Mosca, maestro nell’arte della stampa, e poi inviato
a San Pietroburgo, per dirigere la tipografia. A Mosca,
fu incaricato di insegnare le tecniche e le forme dell’incisione
occidentale ai maestri argentieri del Dipartimento di Araldica.
Venne proposta a modello la Bibbia di Pescator.Essa
influenzò l’arte degli incisori che disegnavano le figure che
ornavano gli oggetti d’uso dello zar. Il soggiorno di questi
stranieri fu breve, ma il loro insegnamento lasciò tracce durevoli.
Due loro allievi, Akhmetiev e P. Chuvayev, incisero
le prime sp a bulino: il Gran Diavolo d’argento, il Mondo alla
rovescia, la Scala delle età.Nel medesimo periodo vennero
edite sp scompartite, parimenti incise a bulino. Sono opere
affascinanti, con testi deliziosi, dette bylines (vecchie storie);
esse fissano un’immensa letteratura orale di leggende.
Erano state raccolte negli Urali verso il 1750 dal cosacco
Dainloyv, e vennero pubblicate nel 1804. La forma a scomparti,
adottata dagli incisori, venne ereditata da sp di questo
tipo, in grandissima voga nei Paesi Bassi.
L’impiego dell’incisione su legno conferì alle sp di questo
periodo carattere veramente popolare. Le prime conosciute
erano tratte da un libretto di sette pagine, la Morte su un cavallo
pallido, stampato a Kiev nel 1626.
Basil Koren è il primo grande nome delle sp in Russia. Esegue
incisioni su legno, di grande formato, per illustrare una
Bibbia in base ai disegni del pittore Gregorio. La Bibbia di
Pescator ne è il modello. Artigiano piú che artista, Koren ebbe
bisogno della guida di un disegnatore. Inciderà pure, a
partire dal 1696, legni con soggetti presi dalla vita e dal folklore
russo. Con lui le sp divengono veramente russe non soltanto
per il tema, ma per la stessa figurazione, per le fisionomie,
i costumi dei personaggi e gli oggetti domestici fra i
quali si trovano. Koren interpreta a modo suo la Guerra dei
gatti contro i ratti, corteo funebre del gatto Pietro il Grande,
legato con lo spago su una slitta e scortato da ratti.
Per tutto il sec. XVIII, altri incisori, tuttora anonimi, operano
a Mosca. Certuni hanno uno stile arcaicizzante; la loro
maniera è vigorosa, e il loro senso estetico molto sicuro. Altri
creano legni assai ben disegnati, in stile fiorito e ornato.
A partire dal 1734, vige l’uso di stampare, su volantini
colorati, i ritratti dei sovrani. Le sp propagandistiche si fondono
con quelle storiche: narrano le guerre contro la Prussia
nel 1759 o contro la Turchia nel 1775, e attaccano vivacemente
Napoleone. Le storie vere hanno la stessa importanza
di quelle false: la cattura di una balena nel Mar
Bianco nel 1760 e l’arrivo di un elefante dalla Persia nel
1796. Quest’elefante sarà rappresentato molte volte, e lo si
ritroverà, nella veste di immagine-bersaglio, nella seconda
metà del secolo successivo.
Nel sec. XIX si adotta una modalità impaginativa pressoché
uniforme: il formato dei legni o delle litografie rettangolari
è disposto per largo e accompagnato da un testo. Le sp e le
loro didascalie sono sempre di grande bellezza poetica. Tali
sp, o loubkis, sono state messe insieme nel 1860 in raccolte
pubblicate da Sitine a Mosca dal 1873 al 1889; sono
quelle originali, che si erano vendute per un copeco. Golicheff,
editore di sp e insieme loro storico, scrisse nel 1870:
«I fogli, una volta tirati, sono asciugati, tinti, colorati o lumeggiati
nel villaggio di Nicolskaia, a 12 verste da Mosca
[...]. Un migliaio di persone, tutte autodidatte, sono occupate
nella colorazione delle sp. Simpiegano quattro colori
soli, il rosso lampone (santolina), il verde (verderame color
tetto con miele), il giallo (scorza di fragola bollita nel latte),
il rosso (minio macinato con rosso d’uovo e stemperato in
kvass, birra fatta in casa). Essendo le sp dipinte in fretta, i
colori superavano i contorni del disegno […]». Le sp raccontano
la vita di tutti i giorni, le feste contadine; mostrano
in quadretti di dolce ironia le occupazioni dei funzionari
e quelle dei piccoli borghesi. E narrano anche i racconti
di fate, dell’uccello di fuoco e del principe Ivan.
Le sp devote sono condizionate invece dagli imperativi del
culto. La religione ortodossa vietava la raffigurazione a tutto
tondo; al posto delle statue, si veneravano icone. Dipinte
e riccamente incorniciate in rame, argento e pietre preziose,
sono troppo dispendiose per ornare le iconostasi delle
chiese di campagna, che si accontentano di figure di carta.
Gli incisori incaricati di riprodurle hanno cura di copiare il
modello nel modo piú esatto possibile. Piú la copia è fedele,
maggiore è il valore mistico del foglio. Si possono trovare
appese o incollate in un angolo della casa, o sulla parete destinata
alla preghiera.
Altri paesi europei
La storia delle sp in Occidente potrebbe
limitare l’analisi a quella dei paesi già citati. L’abbondanza
delle incisioni e il loro valore estetico e sociologico costituiscono
un complesso nel quale tutte le correnti si corrispondono
e si completano. Queste sp, diffuse dai venditori
ambulanti in tutta Europa, avranno influenza determinante
sulla fioritura di sp tratte da xilografie prodotte in luoghi ove
pure esistono altre forme d’arte popolare. E ancora dalle sp
gli artigiani trarranno rinnovamenti d’ispirazione. Così, in
Scandinavia, i creatori delle pitture artigianali e dei paramenti
dipinti che si appendevano alle pareti il giorno di Natale copiano
immagini della Germania settentrionale.
Negli Stati slovacchi, in Polonia, in Romania e in Transilvania
esistono sp di qualità, che attingono i propri modelli
formali dalle pitture su vetro, le quali, notevoli per la bellezza
dei colori applicati, svolgono la funzione che si conferisce
alla sp: preghiera e protezione. Le sp slovacche, polacche,
rumene o bulgare hanno parecchi tratti comuni. Rappresentano
Vergini dei luoghi di pellegrinaggio, o miracolose,
e santi popolari. I fondi non sono mai lasciati bianchi: sono
decorati con drappeggi o, ancor piú spesso, con motivi floreali
stilizzati. Questi medesimi motivi si iterano nelle stesure
a colore piatto delle vesti o su qualsiasi superficie che
possa eventualmente apparire vuota.
L’intaglio di questi incisori su legno è grossolano, i contorni
fortemente disegnati, e praticamente non esistono tagli
incrociati. I colori sono vivi e talvolta opachi: ci si sforzava
così di mascherare la carta grigia e grossolana.
Caratteristiche consimili si ritrovano alla fine del sec. XVIII
nella Slovacchia centrale, nel centro di Jastrabie, e in Transilvania.
In quest’ultima regione, alcune sp hanno stretta parentela
con le carte da parati, soprattutto quelle in cui si alternano
diagonalmente soggetti devoti e motivi floreali. Il
Primo Adamo risalirebbe al 1700. P. Gheorghie ha inciso
verso il 1787 e fino al 1817, Moraviu Nechita verso il 1835
e fino al 1862, P. Simion nel 1842, P. Onisie tra il 1840 e
il 1870, e infine Man Andrei, dopo il 1859. I legni sono incisi
in maniera arcaica.
In Polonia, nel 1921 è stato ritrovato in un antico fondo di
tipografia, da parte di Z. Lazarski, tipografo di Varsavia, un
buon numero di legni famosi. Per la maggior parte risalgono
alla fine del XVIII e all’inizio del XIX secolo. Sono quasi
tutti anonimi; tuttavia alcuni recano un nome, una data o
un monogramma: Gregorio Skowronski, 1740; Samuel Stefanov,
Mathieu Kostrycki di Plazow. Si ebbero tre centri
principali: quello dei carmelitani, alla frontiera con la Prussia
orientale, ove alcuni legni recano i monogrammi E.W. e
A.I.M.; quello di Plazow, ove, oltre alle tavole firmate da
Kostrycki, si trovano i monogrammi P., P.S., G.G., H.G.,
E.C.; e quello del comune di Bobrek, nel distretto di Cracovia.
Quest’attività durò circa un secolo, durante il quale né la
tecnica né lo stile hanno registrato variazioni di rilievo. La
produzione di sp deve delimitarsi alla definizione che qui se
ne è data. Esistono però generi che, pur non rispondendo
strettamente a tali criteri, possono nondimeno assimilarvisi,
tra i quali quelle sp d’informazione, che è il precedente
dei nostri settimanali illustrati a carattere sensazionale.
In Francia, tali fogli sono detti canards (canarini); in Inghilterra
cocks, catchpennies o anche gallows (galli; acchiappasoldi;
forche); questi ultimi, o «letteratura della forca» riferiscono
la sentenza, le ultime parole e l’esecuzione dei criminali.
Il genere fu notevolissimo, di eccezionale importanza
e originalità. «Niente, dopo tutto, supera un bel delitto sensazionale», diceva un venditore ambulante del sec. xix a
Hindley, lo storico inglese dei fogli d’informazione (1871).
L’interesse che il pubblico manifestava per il criminale spinse
gli scrittori a svilupparlo e variarlo in tutti i modi. James
Catnach (1792-1841), il piú importante di tali editori
nell’Ottocento, guadagnò oltre 500 sterline con l’assassinio
di Weare e col giudizio e l’esecuzione del colpevole. I gallows
e i cocks sono illustrati mediante legni anonimi, alcuni
dei quali sono serviti almeno a quattro editori per oltre cinquant’anni
e per crimini diversi. Gli artisti che incidevano
tali legni avevano piú intuizione che abilità; la loro opera
colpisce per il senso del dramma, non per la qualità dell’incisione.
I gallows, e così pure altri fogli volanti, si vendevano assai
prima dell’Ottocento.
Nel Seicento, Samuel Pepys (Journal,
1660-65) ha collezionato qualche Penny Merriment, Penny
Witticism.Questi fogli, di cui si trova menzione nei dizionari sotto la
denominazione generale di broadside o broadsheet,
si vendevano agli angoli delle strade. Si presentavano
non soltanto nella forma di fogli d’informazione, ma anche
in quella di «ballate» che, nel sec. xix, si vendevano nello
yard; i cantastorie, camminando molto lentamente, li cantavano
salmodiando. La melodia era nota quel tanto che bastava
a interessare il cliente, né troppo né troppo poco. Questa
forma va considerata, forse, l’antenata del folksong.
Tra le prime storie di «ballate» stampate è quella di Robin
Hood. Le ballate servirono, sotto il regno di Enrico VIII,
alla propaganda politica e religiosa; l’esemplare noto piú antico
è la Ballade of the Scottysh Kynge (Ballata dei re scozzesi)
di John Skelton, stampata da Richard Fawkes nel 1563.
America
Non sorprende, considerando l’immensità e la diversità
del suo territorio, che in America siano esistite due
forme di sp: la prima tradizionale, di forma europea e soprattutto
latina; l’altra con tecniche nuove, proteiforme e in
continua evoluzione.
L’America del Nord, nell’Ottocento, è popolata da una congerie
di emigranti, che hanno abbandonato in Europa le proprie
tradizioni portando con sé soltanto le abitudini. Non esistono
le condizioni necessarie per la produzione di sp: né conventi,
né luoghi di pellegrinaggio, nulla che ne susciti le
motivazioni. Le religioni sono diverse, i riti molteplici. Non
resta che il ricordo su carta di un passato legato a un’infanzia
trascorsa in un altro continente. La sp, trasportata nel bagaglio
degli emigranti, una volta rovinata ha poche probabilità
di essere rimpiazzata. Sembra, tuttavia, che sulla costa
est si siano vendute sp: Gangel, editore di sp di Metz, ha un
depositario a New York, cui nel 1854 invia sp litografate.
Gli stampatori, impiantandosi, utilizzano macchine moderne
e adoperano le nuove tecniche di stampa.
Anche se, tuttavia, nell’Ottocento, nell’America del Nord
vengono utilizzate tipologie di sp diverse da quelle del Vecchio
Mondo, i cocks inglesi otterranno una certa fortuna pur
se adeguati a nuovi usi. Nella forma di politipi e di stereotipi
vengono illustrati annunci di vendita, avvisi per la ricerca
di criminali, manifestini per tutte le modalità di locomozione
(battello sul Mississippi, treno verso l’Ovest), e manifesti
pubblicitari per prodotti manufatturieri.
Lo sviluppo industriale del sec. XX darà impulso allo studio
di questi prodotti e ai successivi sviluppi del genere: dal poster,
manifesto per interni, immagini di pin-up, incollate nelle
caserme dei soldati, cartoline d’auguri e cartoline postali,
anch’esse incollate sui cassetti delle scrivanie impiegatizie, alle immagini
filmiche, e dei mass media.
Estremo Oriente
Cina
Il bisogno di un’immagine, che riproducesse l’aspetto
della divinità e proteggesse la vita e i beni dell’uomo,
ha sollecitato questo tipo di produzione in Cina da almeno
1500 anni. Si riportavano su carta le sculture e i caratteri
dei bassorilievi dei templi e dei luoghi di pellegrinaggio,
secondo una tecnica particolarissima, forse una delle forme
piú antiche di stampa e riproduzione di opere d’arte. La carta
veniva applicata sul rilievo, la si batteva leggermente con
un martello coperto di feltro, finché il rilievo non comparisse.
I letterati e gli appassionati d’arte utilizzavano questi
fogli e alla corte degli imperatori Tang (618-907) gli
stampatori erano iscritti sui registri accanto agli scultori e
ai calligrafi. Il timore che le sculture si danneggiassero fece
cessare la pratica del riporto diretto. Gli stampatori copiarono
allora su pietra l’opera originale, prima di imprimerla
su carta.
Le sp in senso piú moderno, sono apparse in Cina fin dal
sec. VIII; provenivano da templi e conventi, erano stampate
in gran numero con l’aiuto di blocchi di legno inciso e colorate
mediante stampini, a pennello e talvolta persino ricorrendo
a legni di colori diversi, venivano distribuite nei giorni
propizi. La loro tecnica e il loro uso era molto simile a
quello che avevano nei paesi occidentali.
Le sp venivano acquistate in occasione del capodanno e incollate
all’ingresso delle case su cui si voleva attirare la felicità.
Poi si bruciavano quelle dell’anno precedente, onde lasciare
alle potenze benefiche tutto il loro rinnovato potere.
S’incollavano all’interno dei cassoni, sui ferramenti, ove il
pipistrello, segno di felicità, su fondo rosso, colore magico,
scacciava gli spiriti maligni; e persino sulle teiere. Il simbolismo
sembra complesso, ma soltanto per la molteplicità delle
forme e delle loro varianti. Le idee di base sono semplici:
felicità, ricchezza, longevità, figli maschi, alti onori; ognuno
di questi temi diveniva soggetto di sp, la cui raffigurazione
mutava a seconda del luogo in cui venivano collocate
e della qualità della persona cui erano destinate. La sp della «gioia di
abbondanti messi» è forse quella piú usata in Cina.
Viene tutt’ora utilizzata, con alcune innovazioni iconografiche
consone alle trasformazioni culturali e politiche della
Cina post-rivoluzionaria, come, ad esempio, la presenza
di un trattore accanto alle messi.
Sp a soggetto profano decoravano anche le case; rappresentavano
guerrieri, personaggi di romanzi popolari: erano
stampate da artigiani che, per secoli, le ricopiavano ogni volta
che il legno inciso si logorava.
La fattura e la colorazione delle sp variano di provincia in
provincia. Quelle di Pechino, ad esempio, erano molto sobrie
nella scelta delle tinte. Le sp meglio conosciute sono
quelle stampate dal sec. XVIII in poi. Vietate nel 1912, le sp
ricomparvero col comunismo, ritrovando successo, mediante
l’adattamento della raffigurazione dei tempi passati a voti
augurali nuovi e collettivi. Il loro numero è grandissimo e
la loro fattura piú o meno buona; ma non era questo lo scopo
delle sp.
Vietnam
Le sp del Vietnam, cui spesso si dà il nome di
«stampe del Têt», dànno il loro contributo alle festività del
capodanno lunare. I loro incisori, condizionati dalla religione
e dall’arte cinese, usavano però procedimenti e raffigurazioni
consone alla loro cultura.
Le prime sp sarebbero state stampate nella stessa epoca dei
primi fogli di carta moneta, tra il 1400-407. I loro autori erano
semplici contadini che vivevano in villaggi o in alcune strade
di città, come la via dei Tamburi ad Hanoi. Usavano la
tecnica dell’incisione su legno, ma in alcuni casi i colori risultavano
da tirature successive dei legni su fondo ocra o giallo
vivo lumeggiato con calce di conchiglie; in altri soltanto il
disegno era inciso, e il colore veniva aggiunto a mano.
A partire dal sec. XIX, gli autori di sp di un centro di produzione
molto noto, Dong-Ho, restarono fedeli ai coloranti
vegetali e minerali, e continuarono a utilizzare per le loro
stampe soltanto carta di bambú o scorza di gelso, mentre
quelli della via dei Tamburi di Hanoi cominciarono ad usare
carte industriali e colori chimici.
Oltre ai soggetti religiosi, nei quali la raffigurazione dei geni
fungeva anche come pretesto a una trasposizione simbolica
della gerarchia feudale, sono innumerevoli i fogli con
soggetti che valorizzano il talento degli incisori nella rappresentazione di
animali con significato metaforico: il pesce
significa abbondanza, la farfalla longevità, il pipistrello felicità,
la zucca la vecchiaia. I soggetti tratti dai romanzi popolari
e dalla vita quotidiana sono trattati in modo diverso
a seconda dell’origine. Le incisioni di Dong-Ho, riportate su
pannelli simmetrici, illustravano i temi delle quattro stagioni,
dei quattro animali favolosi, dei quattro ceti sociali (letterato,
lavoratore, artigiano, commerciante), e riproducevano
gli aspetti piú semplici della vita rustica. Quelle della via
dei Tamburi descrivevano, invece, scene di vita urbana: la
composizione era piú sapiente e i dettagli avevano grande importanza.
Le sp vietnamite, cadute in disuso all’epoca della
colonizzazione, tornarono in voga in occasione della festa del
Têt del 1946. Nel 1957, furono vendute ad Hanoi 300 000
sp che illustravano, nell’antico stile, temi nuovi: lo zio Hô
in mezzo ai suoi nipoti, i guerriglieri alle feste della mietitura.
Il centro di Dong-Ho, l’unico ancora attivo, produce
una grande quantità di fogli, oramai tirati a offset.
Giappone
Dal sec. VIII in poi, venne prodotto in Giappone
un milione di stra mediante incisione su legno, per il tempio
Horyuji; i preti perfezionarono una tecnica di stampa
per facilitare la tiratura, essendo necessario editare in grandi
quantità gli esemplari di documenti illustrati contenenti
la dottrina, per distribuirli ai fedeli e agli altri templi. Le prime
sp entrate in repertorio datano al sec. XVII; sono buddiste,
e rappresentano Amida, Fudo, Aïzen e Shomen Kongo,
dèi popolari. Compaiono in epoca Edo (1613-1867) sulle rive
del lago Biwa, nella città di Otsu, da cui questa produzione
prese il nome, e in due altri villaggi, Oiwara e Otan.
Erano disegnate da contadini e da gente del popolo che, fattisi
artigiani, hanno trasmesso il mestiere di generazione in
generazione. Tali opere – e la loro importanza nella vita giapponese
– sono conosciute grazie a Basho, poeta del sec. XVII,
che scrisse su di esse una celebre poesia.
Nel sec. XVIII, l’incisione su legno, poi colorata, prevalse sulla
pittura, sino ad allora impiegata spesso da sola. I temi si
moltiplicarono, i soggetti profani vennero incisi in concomitanza
con quelli religiosi. Rappresentano scene di Kabuki,
donne, animali domestici. Spesso ispirate dalle stampe
ukiyoe e soprattutto dall’opera di Moronobu, queste stampe
non erano destinate a un’élite borghese, ma al popolo.
Erano stampate su carta scura tinta in giallo; vi si aggiungevano spesso
minuscoli frammenti di minerali frantumati;
i colori sono vivi e contrastanti. Il vigore del tratto disegnato
di getto, l’espressività dello stile, unitamente a una grande
economia di mezzi, contrassegnano i migliori esemplari di
Otsu.
Nell’ultimo periodo, che ha inizio alla fine del sec. XVIII e si
prolunga per tutto il xix, le opere buddiste diminuirono e
quelle profane, che rappresentano scene di strada e di vita
quotidiana, si fecero sempre piú numerose. Spesso vi erano
aggiunte massime moralizzanti e la sp divenne anche uno
strumento di educazione morale. A partire dall’epoca Meiji
(1867-1926), il genere cominciò a decadere per riprendere
slancio in epoca moderna.