Isola dell’Egeo che ospitò nell’antichità, sin da tempi remoti, un grande
santuario consacrato al culto di Apollo. In epoca ellenistica essa divenne pure
un importante porto commerciale e la città si estese. Vennero costruite dimore
per i ricchi mercanti nel quartiere del Teatro. I pavimenti di tali dimore (tuttora
ben conservate) erano coperti a mosaico.
Un gran numero di tali mosaici, eseguiti in tessere piuttosto grosse e regolari,
copriva come un tappeto tutta la stanza con una decorazione geometrica in nero e
bianco, dal repertorio svariatissimo (losanghe, spine di pesce scacchiere,
nastri). Ma taluni ambienti possiedono, inseriti al centro di un mosaico piú
grossolano, quadretti figurati, trattati ad opus vermiculatum. La finezza delle
tessere e la diversità dei colori (rafforzata dall’impiego di pezzi in pasta di
vetro per quelli molto vivi) consentono effetti di modellato, d’ombra e di luce,
cosí che il mosaicista possa copiare fedelmente il modello, ripreso dal
repertorio pittorico.
I temi favoriti dei laboratori di D si riferiscono al mare (Tritoni, Delfini,
Tridente, Ancora), al teatro (Scena di dramma lirico, Maschere) o alla mitologia
(Centauri, Tritonessa, e il celebre Dioniso sulla pantera, dal raffinatissimo
manierismo). I mosaici di D, datati alla seconda metà del II sec. e all’inizio
del I sec. a. C., costituiscono un importante e unico anello che collega, in
Grecia, i mosaici classici di Pella e quelli di epoca imperiale.