Riproduzione esatta di uno scritto, di un disegno, di una stampa o di un quadro.
Esistono f soprattutto di manoscritti e disegni, di solito messi insieme in
raccolte. La riproduzione dei testi o delle illustrazioni può essere totale o
parziale.
Le prime riproduzioni di manoscritti vennero tentate fin dal XVII sec.: si
tratta di raccolte di esemplari destinati allo studio paleografico. Nel 1618 il
celebre antiquario e collezionista M. Fabri de Peiresc (1580-1637) intraprese la
riproduzione del manoscritto del Genesi (della coll. di R. Cotton, alcuni
frammenti del quale, scampati a un incendio si conservano a Londra, bm), poi
quella del Libro d’ore di Giovanna II di Navarra. Nel 1626 un tentativo di
pubblicare il Martirologio di Girolamo non andò oltre la stampa di pochi fogli,
presso lo stampatore Plantin di Anversa, nel 1660.
Le prime prove importanti di f di manoscritti illustrati risalgono al XVIII
sec., con le edizioni del Terenzio e del Virgilio vaticani. Questi tentativi
iniziali consistevano in un ricalco dall’originale, riprodotto poi ad incisione.
Nell’Ottocento la litografia (1820 ca.) consentí riproduzioni piú fedeli, rapide
ed economiche di quelle ottenute con l’incisione a bulino. Tra il 1832 e il 1848
compare la grande serie delle Peintures et ornements de manuscrits, pubblicata
da Auguste Bastard, nella quale ogni lastra era colorata a mano. Nel 1840
l’inglese Talbot tenta le prime riproduzioni fotografiche, presto seguite da
prove in fotoincisione e fototipia. Tra le edizioni piú celebri vanno citati i
Monumenta graphica medii aevi ex archivis et bibliothecis Imperii austriaci
(Vienna 1858-69), il Breviario Grimani a Venezia, di Perini (1862-80), il Miroir
historial du duc de Berry, di F. Yates-Thompson (Londra 1902), la serie degli
Illuminated Manuscripts in the British Museum, di G. F. Warner (Londra
1899-1903), la riproduzione in fototipia del Libro d’ore di Torino e del
Salterio di san Luigi (1902); o, ancora, le edizioni di Cormer, quelle delle
Società di bibliofili, le pubblicazioni della Société française de reproduction
de manuscrits à peinture.
I f occupano oggi un importante posto nelle biblioteche, e costituiscono fondi a
parte, classificati in veri e propri inventari. Oltre allo studio della
paleografia, le raccolte di f consentono di raggruppare insiemi dispersi,
studiare opere scomparse (Libro d’ore di Torino, di Van Eyck), preservare le
collezioni; possono talvolta sostituirsi ai pezzi di grande valore – manoscritti
dipinti, mappe, disegni, stampe – per evitare i rischi connessi a manipolazioni
troppo frequenti e facilitare la diffusione di documenti poco accessibili.
Negli ultimi decenni, con i progressi delle tecniche di riproduzione e di stampa
le collane di facsimili d’importanti manoscritti si sono moltiplicate:
dall’Italia all’Austria agli Stati Uniti alla Svizzera all’Inghilterra alla
Francia, molti dei piú celebri manoscritti sono riprodotti in f con esiti
talvolta eccezionali.