5/13/2020

Facsimile

Riproduzione esatta di uno scritto, di un disegno, di una stampa o di un quadro. Esistono f soprattutto di manoscritti e disegni, di solito messi insieme in raccolte. La riproduzione dei testi o delle illustrazioni può essere totale o parziale.


Le prime riproduzioni di manoscritti vennero tentate fin dal XVII sec.: si tratta di raccolte di esemplari destinati allo studio paleografico. Nel 1618 il celebre antiquario e collezionista M. Fabri de Peiresc (1580-1637) intraprese la riproduzione del manoscritto del Genesi (della coll. di R. Cotton, alcuni frammenti del quale, scampati a un incendio si conservano a Londra, bm), poi quella del Libro d’ore di Giovanna II di Navarra. Nel 1626 un tentativo di pubblicare il Martirologio di Girolamo non andò oltre la stampa di pochi fogli, presso lo stampatore Plantin di Anversa, nel 1660.

Le prime prove importanti di f di manoscritti illustrati risalgono al XVIII sec., con le edizioni del Terenzio e del Virgilio vaticani. Questi tentativi iniziali consistevano in un ricalco dall’originale, riprodotto poi ad incisione.

Nell’Ottocento la litografia (1820 ca.) consentí riproduzioni piú fedeli, rapide ed economiche di quelle ottenute con l’incisione a bulino. Tra il 1832 e il 1848 compare la grande serie delle Peintures et ornements de manuscrits, pubblicata da Auguste Bastard, nella quale ogni lastra era colorata a mano. Nel 1840 l’inglese Talbot tenta le prime riproduzioni fotografiche, presto seguite da prove in fotoincisione e fototipia. Tra le edizioni piú celebri vanno citati i Monumenta graphica medii aevi ex archivis et bibliothecis Imperii austriaci (Vienna 1858-69), il Breviario Grimani a Venezia, di Perini (1862-80), il Miroir historial du duc de Berry, di F. Yates-Thompson (Londra 1902), la serie degli Illuminated Manuscripts in the British Museum, di G. F. Warner (Londra 1899-1903), la riproduzione in fototipia del Libro d’ore di Torino e del Salterio di san Luigi (1902); o, ancora, le edizioni di Cormer, quelle delle Società di bibliofili, le pubblicazioni della Société française de reproduction de manuscrits à peinture.

I f occupano oggi un importante posto nelle biblioteche, e costituiscono fondi a parte, classificati in veri e propri inventari. Oltre allo studio della paleografia, le raccolte di f consentono di raggruppare insiemi dispersi, studiare opere scomparse (Libro d’ore di Torino, di Van Eyck), preservare le collezioni; possono talvolta sostituirsi ai pezzi di grande valore – manoscritti dipinti, mappe, disegni, stampe – per evitare i rischi connessi a manipolazioni troppo frequenti e facilitare la diffusione di documenti poco accessibili.

Negli ultimi decenni, con i progressi delle tecniche di riproduzione e di stampa le collane di facsimili d’importanti manoscritti si sono moltiplicate: dall’Italia all’Austria agli Stati Uniti alla Svizzera all’Inghilterra alla Francia, molti dei piú celebri manoscritti sono riprodotti in f con esiti talvolta eccezionali.