II termine, abbreviazione di Mechanical Art, fu impiegato per una esposizione di
lavori di Béguier, Bertini, Pol Bury, Alain Jacquet, Nikos e Rotella alla
Galerie J di Parigi nel 1965 ed una l’anno successivo a Bruxelles intitolata
Omaggi a Nicéphore Niepce. Tutti questi pittori adottarono tecniche fotografiche
per produrre nuove immagini, introducendo un procedimento meccanico a scopo
creativo. Bertini inseriva frammenti cartacei sulle sue tele di impianto
informale, e in seguito le fotografava per azzerare lo scarto tra le parti
dipinte e quelle a collage; Bury, nelle sue Cinétisations, faceva ruotare
attorno ad un asse collages fotografici (Femme nue avec un bébé ailé de
nationalité allemande, 1988); Jacquet stampava con vari filtri che selezionavano
i colori a partire da una diapositiva (Déjeuner sur l’herbe, 1964).
La M coinvolse anche altri artisti ed ebbe una importante consacrazione alla
Biennale di Parigi del 1967. Negli stessi anni, in America, Warhol inaugurava la
tecnica di riporto fotografico per serigrafia su tela e Rauschenberg adottava
una tecnica simile nei suoi combine-painting. Fu il gruppo europeo, comunque,
seguito dal critico Pierre Restany, ad avere una maggiore coscienza e
progettualità teorica oltre che un ampio raggio di sperimentazioni, che si
svilupperanno negli anni succesivi in percorsi individuali, nel perseguire un
avvicinamento tra arte, fotografia e tecnologia.