L’origine della comunità monastica delle M («monasteri nell’aria») della Grecia
(Tessaglia, nella valle del Peneo), inerpicate in cima a rocce a picco, risale
al XIV sec., quando la Tessaglia venne conquistata dai Serbi. Alcuni eremiti
abitavano già queste rocce inaccessibili, ma i veri organizzatori della comunità
furono il cenobita Atanasio, che fondò la Grande M, ed il figlio del kral serbo
Simeone, divenuto monaco col nome di Joasaph, che ingrandì il monastero verso il
1381.
I dipinti del monastero della Presentazione (Hypapanti) differiscono
stilisticamente da quelli delle altre chiese; le scene, allietate da
architetture e paesaggi, offrono una variante popolare dell’arte bizantina dei
Paleologhi (1261-1453). Sono state restaurate nel 1765, ma questi ritocchi
sembra abbiano conservato i caratteri essenziali della pittura originale, che
potrebbe essere anteriore all’arrivo dei pittori cretesi alle M: infatti la
maggior parte dei dipinti delle chiese datano al xvi sec. e sono opera di
pittori cretesi o di loro allievi.
Nel 1527 Teofane il Monaco decorava la chiesa del monastero di San Nicola di
Anapavsa e dipingeva nel nartece le immagini dei due fondatori, Dionysos e
Nikanor. Anche nella chiesa della Trasfigurazione, lo stile indica un pittore
cretese. Il ritratto di Joasaph ed altri affreschi del santuario appartengono
probabilmente alla prima costruzione (1483 ca.), mentre la decorazione della
navata e del nartece risale al 1553.
Il programma è quello comunemente adottato all’epoca: nella cupola il Cristo
Pantocrator circondato da angeli e profeti, nell’abside la Vergine ed i vescovi,
sul sagrato il cielo delle Dodici feste e nel nartece il Giudizio universale.
Nel monastero di Barlaam, la chiesa di Ognissanti venne decorata nel 1548 da
Franges Catellanos e da suo fratello Giorgio di Tebe; ma tali dipinti vennero
tutti restaurati nel 1780 dal vescovo di Stagi, Parthenios.
Il monastero era stato fondato da due notabili di Gianina, i fratelli Nektarios
e Teofane, i cui ritratti si trovano su due dei pilastri che sostengono la
cupola. Nella rappresentazione
degli asceti che salgono la scala del paradiso compaiono Barlaam, uno dei primi
anacoreti delle M, ed il monaco Joasaph. Lo stile italianizzante di Frangos
Catellanos traspare, malgrado i pentimenti e l’accentuazione del tono patetico,
nella Strage degli innocenti.