Nel 1951 tra i firmatari del "Manifesto dell’arte spaziale" figurano anche De Luigi, Guidi, Peverelli. Tuttavia lo Spazialismo s’identifica col geniale percorso di Fontana, maturato a partire dagli anni Trenta a contatto con i pionieri dell’astrattismo milanese e poi a Buenos Aires ("Manifiesto Blanco", 1946). Per Fontana bisogna esorcizzare l’illusione superficiale dell’immagine sulla tela, conquistare lo spazio "oltre la materia": è questa l'idea fondante dei celebri Tagli e Buchi ("Concetti spaziali") che suggeriscono una dimensione aldilà della superficie dell’illusione. Fontana userà anche il neon, spingendosi sino alla profezia del "Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione" (1952). In tal modo lo Spazialismo italiano si proietta verso una visione di tipo cosmico-spiritualista, avvicinandosi così alle esperienze di Mark Rothko in America e di Yves Klein in Europa.
5/14/2020
Spazialismo
Nel 1951 tra i firmatari del "Manifesto dell’arte spaziale" figurano anche De Luigi, Guidi, Peverelli. Tuttavia lo Spazialismo s’identifica col geniale percorso di Fontana, maturato a partire dagli anni Trenta a contatto con i pionieri dell’astrattismo milanese e poi a Buenos Aires ("Manifiesto Blanco", 1946). Per Fontana bisogna esorcizzare l’illusione superficiale dell’immagine sulla tela, conquistare lo spazio "oltre la materia": è questa l'idea fondante dei celebri Tagli e Buchi ("Concetti spaziali") che suggeriscono una dimensione aldilà della superficie dell’illusione. Fontana userà anche il neon, spingendosi sino alla profezia del "Manifesto del Movimento Spaziale per la Televisione" (1952). In tal modo lo Spazialismo italiano si proietta verso una visione di tipo cosmico-spiritualista, avvicinandosi così alle esperienze di Mark Rothko in America e di Yves Klein in Europa.