5/13/2020

L'avanguardia, ovvero la Bellezza della provocazione

La Bellezza della provocazione è quella proposta dai vari movimenti d'avanguardia e dallo sperimentalismo artistico: dal futurismo al cubismo, dall'espressionismo al surrealismo, da Picasso sino ai grandi maestri dell'arte informale e oltre.


L'arte delle avanguardie non pone il problema della Bellezza. Si sottintende certo che le nuove immagini siano artisticamente "belle" e debbano procurare lo stesso piacere procurato ai propri contemporanei da un quadro di Ciotto o di Raffaello, ma questo proprio perché la provocazione avanguardistica viola tutti i canoni estetici sino a questo momento rispettati. L'arte non si propone più di fornire un'immagine della Bellezza naturale, né vuole procurare il pacificato piacere della contemplazione di forme armoniche. Al contrario, essa vuole insegnare a interpretare il mondo con occhi diversi, a godere del ritorno a modelli arcaici o esotici: l'universo del sogno o delle fantasie dei malati di mente, le visioni suggerite dalla droga, la riscoperta della materia, la riproposta stralunata di oggetti d'uso in contesti improbabili (vedi nuovo oggetto,dada ecc), le pulsioni dell'inconscio.

Una sola corrente dell'arte contemporanea ha recuperato un'idea di armonia geometrica che può ricordarci l'epoca delle estetiche della proporzione, ed è l'arte astratta. Ribellandosi sia alla sudditanza della natura sia a quella della vita quotidiana, essa ci ha proposto pure forme, dalle geometrie di Mondrian alle grandi tele monocrome di Klein, Rothko o Manzoni.

Ma è stata esperienza comune di chi visitava una mostra o un museo nei decenni passati ascoltare i visitatori che - di fronte a un quadro astratto - si domandavano "che cosa rappresenta" e protestavano con l'immancabile "ma è arte, questa?". E quindi anche questo ritorno "neopitagorico" all'estetica delle proporzioni e del numero si attua contro la sensibilità corrente, contro l'idea che l'uomo comune ha della Bellezza.

Infine ci sono molte correnti dell'arte contemporanea (happenings,eventi in cui l'artista incide o mutila il proprio corpo, coinvolgimenti del pubblico in fenomeni luminosi o sonori) in cui pare che sotto il segno dell'arte si svolgano piuttosto cerimonie di sapore rituale, non dissimili dagli antichi riti misterici, che non hanno per fine la contemplazione di qualcosa di bello, bensì una esperienza quasi religiosa, anche se di una religiosità primitiva e carnale, da cui sono assenti gli dei.

E d'altra parte di carattere misterico sono le esperienze musicali che folle immense fanno in discoteca o nei concerti rock, dove, tra luci stroboscopiche e suoni ad altissimo volume, si pratica un modo di "stare insieme" (non di rado accompagnato dall'assunzione di sostanze eccitanti) che può apparire anche "bello" (nel senso tradizionale di un gioco circense) a chi lo contempla standone fuori, ma non viene vissuto come tale da chi vi è immerso. Chi la vive potrà anche parlare di una "bella esperienza" ma nel senso in cui si parla di una bella nuotata, di una bella corsa in motocicletta o di un amplesso soddisfacente.