La Bellezza della provocazione è quella proposta dai vari movimenti
d'avanguardia e dallo sperimentalismo artistico: dal futurismo al cubismo,
dall'espressionismo al surrealismo, da Picasso sino ai grandi maestri dell'arte
informale e oltre.
L'arte delle avanguardie non pone il problema della Bellezza. Si sottintende
certo che le nuove immagini siano artisticamente "belle" e debbano procurare lo
stesso piacere procurato ai propri contemporanei da un quadro di Ciotto o di
Raffaello, ma questo proprio perché la provocazione avanguardistica viola tutti
i canoni estetici sino a questo momento rispettati. L'arte non si propone più di
fornire un'immagine della Bellezza naturale, né vuole procurare il pacificato
piacere della contemplazione di forme armoniche. Al contrario, essa vuole
insegnare a interpretare il mondo con occhi diversi, a godere del ritorno a
modelli arcaici o esotici: l'universo del sogno o delle fantasie dei malati di
mente, le visioni suggerite dalla droga, la riscoperta della materia, la
riproposta stralunata di oggetti d'uso in contesti improbabili (vedi nuovo
oggetto,dada ecc), le pulsioni dell'inconscio.
Una sola corrente dell'arte contemporanea ha recuperato un'idea di armonia
geometrica che può ricordarci l'epoca delle estetiche della proporzione, ed è
l'arte astratta. Ribellandosi sia alla sudditanza della natura sia a quella
della vita quotidiana, essa ci ha proposto pure forme, dalle geometrie di Mondrian alle grandi tele monocrome di Klein, Rothko o Manzoni.
Ma è stata esperienza comune di chi visitava una mostra o un museo nei decenni
passati ascoltare i visitatori che - di fronte a un quadro astratto - si
domandavano "che cosa rappresenta" e protestavano con l'immancabile "ma è arte,
questa?". E quindi anche questo ritorno "neopitagorico" all'estetica delle
proporzioni e del numero si attua contro la sensibilità corrente, contro l'idea
che l'uomo comune ha della Bellezza.
Infine ci sono molte correnti dell'arte contemporanea (happenings,eventi in cui
l'artista incide o mutila il proprio corpo, coinvolgimenti del pubblico in
fenomeni luminosi o sonori) in cui pare che sotto il segno dell'arte si svolgano
piuttosto cerimonie di sapore rituale, non dissimili dagli antichi riti
misterici, che non hanno per fine la contemplazione di qualcosa di bello, bensì
una esperienza quasi religiosa, anche se di una religiosità primitiva e carnale,
da cui sono assenti gli dei.
E d'altra parte di carattere misterico sono le esperienze musicali che folle
immense fanno in discoteca o nei concerti rock, dove, tra luci stroboscopiche e
suoni ad altissimo volume, si pratica un modo di "stare insieme" (non di rado
accompagnato dall'assunzione di sostanze eccitanti) che può apparire anche
"bello" (nel senso tradizionale di un gioco circense) a chi lo contempla
standone fuori, ma non viene vissuto come tale da chi vi è immerso. Chi la vive
potrà anche parlare di una "bella esperienza" ma nel senso in cui si parla di
una bella nuotata, di una bella corsa in motocicletta o di un amplesso
soddisfacente.